La system integration tra media e grande azienda

Interazione e ritorno sull’investimento. Su questi due, pur differenti, assi portanti, le imprese italiane stanno basando la propria riorganizzazione. E non manca l’interesse verso nuovi ambiti, come la Business intelligence e la Corporate governance.

Collaborazione e integrazione. Due parole che fanno rima con grande e media impresa. La prima concentrata su progetti di Erp estesi, la seconda su soluzioni che permettono di far interagire sistemi spesso eterogenei. Parola di system integrator. Parola di Equilybra (nuovo nome scelto da Oraplus per la società italiana del gruppo).


Seguendo un percorso evolutivo in linea con la tendenza del mercato, da un anno circa l’azienda ha ampliato il proprio interesse al midmarket. "Fino ad allora – spiega Francesco Rattalino, business development manager di Equilybra -, ci focalizzavamo esclusivamente sulla dimensione enterprise oppure su filiali di multinazionali, prettamente americane, che eseguivano il rollout dei propri sistemi gestionali e che, nel nostro Paese, richiedevano il supporto di system integrator locali".


Mentre le grandi imprese si interessano principalmente a progetti che garantiscono un certo ritorno sull’investimento e coinvolgono vari soggetti, non limitandosi alla semplice implementazione di Erp interni all’azienda, le medie (tendenzialmente oltre i trenta milioni di euro di fatturato), presentano esigenze differenti.


"Ammesso che siano presenti, i sistemi informativi rischiano di essere eterogenei e incapaci di comunicare tra loro – puntualizza il manager -. I software per la contabilità e la produzione girano spesso su piattaforme diverse e, talvolta, anche lo schedulatore non è integrato con gli altri applicativi, restando sostanzialmente inutilizzabile. La richiesta che ci perviene va, quindi, in direzione dell’integrazione per recuperare flessibilità ed efficienza nella produzione, pianificando al meglio l’impiego delle macchine, le scorte e i consumi".


In situazioni di questo tipo, risulta difficile effettuare pianificazioni, riuscire a gestire gli approvvigionamenti, conoscere il costo dei propri articoli. Poche aziende dispongono di un vero e proprio sistema di costing industriale. L’attenzione alla pulizia del dato e la sua sicurezza richiedono una medesima fonte di informazioni.


"Per noi, la classica impresa italiana fa parte del comparto produttivo – mette in evidenza Rattalino – ed è caratterizzata da una certa intensità di capitale e per avere effettuato investimenti particolari e importanti". Non sempre, tuttavia, le medie imprese riescono ad alimentare nella maniera corretta le linee produttive, facendole operare con la massima capacità.

Un passaggio necessario


La difficoltà sta nel coordinare un network di imprese collegate, fatte di terzisti e di contolavoristi, ognuna con problematiche differenti e che andrebbe affrontata con un vero e proprio approccio dipartimentale. "In realtà – specifica Rattalino -, questo accade in aziende già strutturate dotate di sistema informativo, che potrebbe, tuttavia, essere obsoleto".


Da software che non sono in grado di comunicare tra loro ad altri ancora scritti in Cobol, magari su mainframe di primissima generazione, il midmarket ha compreso l’importanza di migrare alla tecnologia aperta.


La richiesta può essere assimilabile a quella che caratterizzava le grandi aziende circa cinque anni fa. La differenza è che le Pmi dispongono di un budget inferiore. "Gli imprenditori, comunque – si rammarica l’interlocutore -, tendono a modificare l’esistente solo quando l’inadeguatezza dei sistemi procura dei grattacapi. Servono manager It illuminati che capiscano l’importanza di organizzarsi passando al nuovo. Un trend che è solo in fase iniziale".

La scelta enterprise


Le grandi, dal canto loro, si stanno sempre più interessando alla corporate governance, magari partendo dagli aspetti legati al sistema qualità, mentre le medie non fanno ancora richieste in tal senso.


"Le subsidiary delle multinazionali hanno già implementato varie procedure legate alla Sarbanes-Oxley che – precisa Rattalino -, in senso lato, può essere vista come una parte della corporate governance. Gli Erp, di per sé, garantiscono l’adesione alle regole e ai principali fondamenti della normativa. Anche nel nostro Paese, i progetti in tal senso sono stati vari e abbastanza interessanti e crediamo che le aziende italiane si muoveranno verso un percorso di maggior controllo".


Per migliorare, quindi, la corporate governance servono applicativi dedicati e, in tal senso, Equilybra ha deciso di portare le logiche tipiche di un Erp, vale a dire la gestione tramite sistemi software di quelli che sono i processi fondamentali di un’azienda, all’interno della certificazione del sistema qualità e di tutti i suoi adempimenti. "Per le medie imprese, invece – contrappone il manager -, un sistema qualità e di sicurezza ben fatto può essere già una risposta".


Ma la system integration dei primi anni 2000 porta anche i colori della Business intelligence. Dopo un lungo periodo in cui i progetti di data warehouse si sono caratterizzati per essere impegnativi, costosi e lunghi, ora devono essere "snelli", per ottenere un flash delle macro variabili gestite dall’azienda (che possono essere finanziarie, legate alla vendita, o ai consumi) e prevedere dei datamart dipartimentali a uso e consumo di chi utilizza il dato di dettaglio. Con sistemi unificati e omnicomprensivi dai quali trarre tutte le informazioni che servono, la Bi si sta spostando a un livello più operativo.


"Le grandi aziende – indica Rattalino – richiedono database, limitati ai soli dati necessari alle analisi di dettaglio, sostenuti da sistemi centrali di data warehouse, in cui è conservato un sunto delle informazioni sufficiente a controllare i flussi più importanti, quelli su cui ruota il business. Per le Pmi, invece, la Bi fa spesso parte dell’Erp, sotto forma di report specifici per funzione aziendale al fine di fornire una visione di sintesi al management. L’importante è che la media impresa disponga di sistemi integrati che diano una versione sola del dato".

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