La spesa It si mantiene stabile ma cambia pelle

Non si prevedono improvvise impennate per gli investimenti informatici nel 2005. Mantenimento e aggiornamenti improcrastinabili drenano la fetta più significativa dei budget stanziati. Ma ci sono aree di “microclima” e il senso di un’Ict più vicina al business aziendale.

La ripresa, questa chimera. Tutti la vorrebbero, ma nessuno pare voler fare il primo passo. E così, anche il 2005 sarà, almeno in Italia, un anno di spese informatiche piuttosto oculate. Ma non va molto meglio a livello internazionale: gli It manager paiono un po’ tutti sulla stessa barca, stretti fra il diktat della riduzione dei costi imposta dall’alto management aziendale e la necessità di aggiornare almeno l’installato e magari approfittarne per introdurre qualche innovazione.


Il "Worldwide It Benchmark" di Meta Group, che usiamo come filo conduttore dell’inchiesta, evidenzia che, in un 2005 prevedibilmente piatto, emergono aree di "microclima", che differiscono a seconda del settore di appartenenza dell’utente, dell’area geografica o della tipologia tecnologica. Su tutte, svetta la sicurezza, un tema su cui tutti paiono mostrare sensibilità e disponibilità all’investimento. Con minore unanimità, si possono poi segnalare aree come lo sviluppo di applicazioni Web, la Business intelligence, l’e-procurement e lo storage. Molti degli investimenti attesi avranno a che fare con Internet, ormai linguaggio universale per la comunicazione, l’interfaccia uomo-macchina, il marketing e, in diversi casi, anche le vendite. Sta di fatto che le decisioni di spesa in nuovi sviluppi paiono sempre più connesse ai risparmi che si riescono a ottenere sul fronte delle infrastrutture. La necessità di ottenere economie di scala sta spingendo verso la centralizzazione, ma, allo stesso tempo, outsourcing e offshoring sono pratiche che stanno prendendo piede, generalmente laddove si vogliano ottenere riduzioni dei costi fissi, soprattutto di personale, con l’eccezione della funzioni di back-office.


Le spese It sono oggi viste come componente visibile e significativa dei costi complessivi di un’azienda e questo implica un controllo più stretto sulla struttura del rapporto fra costi fissi e variabili, per mantenere l’allineamento economico con il complesso dell’azienda.


Ci sono, comunque, dei segnali confortanti. Ad esempio, sempre Meta Group rileva come nel 2005 la percentuale di risorse destinata all’operatività scenderà al 57% (era il 64% nel 2004), per far spazio alla crescita e alla trasfomazione del business. Che parta da qui l’inizio della ripresa?

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