La road map dei cellulari per il consumer

Valerio Zingarelli di Telecommunication studies & Consulting analizza la situazione dei servizi e alza il velo sul futuro del mobile

Le migliaia di persone che vediamo telefonare per strada danno un’idea
distorta della realtà. Siamo convinti che il cellulare sia utilizzato
soprattutto per telefonare da qualsiasi luogo e invece la maggior parte
lo usa soprattutto come un cordless per spostarsi nell’ufficio
ed essere sempre reperibile. Perché ormai quando qualcuno ti cerca non vuole più
perdere tempo e chiama direttamente sul portatile.
Così il 75% del
traffico mobile arriva dall’interno degli edifici
e l’80% è voce.
Valerio Zingarelli di Telecommunication studies & Consulting, intervenuto
ieri a Milano al convegno di Ambiente digitale della Fondazione Bordoni sullo
stato di sviluppo della Digital convergence industry, si è assunto il compito di
smorzare i facili entusiasmi sulle telecomunicazioni e ha fatto un panorama
preciso della situazione dei servizi con un occhio particolare al mondo
consumer. “Dopo undici anni di Gsm e due di Umts – ha spiegato
Zingarelli – la lesson learned ci dice che un nuovo sviluppo dell’industria
dei servizi Tlc richiede migliore efficienza dell’infrastruttura, investimenti e
lancio di servizi che producano ricavi”
.


Quasi banale, ma forse non è tutto così scontato. Con la
mitica “casalinga di Voghera” come stella polare, Zingarelli ha
spiegato che in questi anni abbiamo imparato che il terminale è
“personale” per il cliente e centro di attenzione della rete, che l’uso
deve essere facile, l’affidabilità e qualità del servizio deve essere altissima
e che l’accettazione dei nuovi servizi è molto più lenta e complessa di quanto
si potesse pensare all’inizio.
Però non ci siamo ancora perché i servizi
rimangono troppo spesso difficili da utilizzare e inaffidabili e poi devono
essere segmentati a seconda dell’utilizzo per la mobilità, la nomadicità e il
fisso. Ricordando che i clienti sono sempre più
sensibili alla diminuzione dei prezzi.





Panorama non esaltante, ma che offre comunque prospettive di sviluppo che si chiamano figitale terrestre, mobile digital tv, Iptv, un  nucleo di espansione che gira attorno alla tv e che per il mondo consumer “che deve partire da contenuti semplici e generalisti”. E’ inutile fare gli snob. Se il
mercato chiede “Il grande fratello” via Internet o sul cellulare avrà i
reclusi della casa di Cinecittà. A patto che di questi contenuti possa
fruire in modo facile e che arrivi la banda larga.
Perché,
secondo Zingarelli, per portare la tv (quella vera che non fa rimpiangere i
lvecchio televisore) su altre piattaforme di Mb ce ne vogliono almeno venti. Una
mancanza che potrebbe ostacolare la prima forma di convergenza che è quella fra
Internet, tv e pc. Per raggiungere questo obbiettivo, per, ci vogliono
tecnologie alternative al doppino di rame (Wi-fie WiMax sono
due esempi). Qualche novità deve arrivare anche dai terminali che dovranno
essere differenti a seconda dell’uso (mobile o nomadico) con menu più facili,
grande memoria interna, display ad alta qualità, molteplicità
di connettività (si passa dal Gprs al Wi-fi senza l’utente se ne accorga),
sistemi operativi aperti con applicazioni scaricabili dalla rete. C’è ancora
molto lavoro da fare ma i tempi non dovrebbero essere biblici. Per lo storage si
potrebbe arrivare a 10 Gb di capacità nel 2008, Wi-fi, Hsdpa e Wimax
dovrebbero arrivare uno dopo l’altro da quest’anno al 2008 e fra il 2008 e il
2009 dovrebbero debuttare cellulari con 600 pixel e 16 milioni di colori con
display Lcd, Tft, 3D e i monitor flessibili.

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