La ricetta per le Soa di Infor

La società presenta la propria strategia, che punta su un approccio a step di tipo evolutivo delle soluzioni

Di Soa (Service oriented architecture) se ne parla tanto negli ultimi tempi in Italia, soprattutto ai convegni, ma più a parole che a fatti. Presso i clienti, inoltre, c’è ancora una certa confusione sul tema, per cui molto spesso ritengono di essere completamente aderenti alle Soa, mentre non è del tutto vero. Queste osservazioni vengono da Fabio Della Lena, principal Solutions designer di Infor Italia, che ci ha presentato il nuovo approccio verso le Soa della sua società.


«Dopo aver attentamente analizzato tutto quello che è successo negli ultimi tempi – ha esordito – oggi Infor è pronta per annunciare la propria strategia Open Soa, che si differenzia dalle altre in quanto la nostra suite è meno complessa rispetto a quelle di altri vendor. L’abbiamo chiamata Open Soa poiché riteniamo che le altre non siano al 100% open, in quanto in molti casi i vendor obbligano i clienti ad acquisire middleware molto complessi sui quali implementare tutta l’integrazione tra i sistemi. Quello che, invece, noi abbiamo fatto, per diminuire la complessità, è di inserire direttamente all’interno dei nostri software una gran parte di quella che è l’architettura Soa».


Al momento, quindi, i framework degli Erp Infor sono in linea con gli standard Soa, in quanto negli ultimi due anni la società li ha adeguati a Oagis (Open applications group interoperability standard), che è appunto un consorzio libero, ma nella parte restante del 2007 e nel 2008, saranno resi full Soa.


«Un secondo step il più impegnativo, ma fondamentale – ha proseguito il manager – , è quello di avere non soltanto il framework già nel prodotto, perché non è sufficiente, ma anche l’implementazione di servizi complessi. Per questo abbiamo preso tutte le funzioni fondamentali degli Erp, come la gestione di clienti, fornitori, ciclo di acquisto e vendita, magazzini, ognuna delle quali è individuata da una serie di transazioni tipiche delle aziende, attorno alle quali abbiamo costruito dei servizi standard. Il sistema ha già la gestione dei magazzini, degli articoli, degli ordini per cui abbiamo inglobato e incapsulato, attorno a questa entità degli oggetti aperti, con i quali si può interagire utilizzando gli standard Oagis».


«Il tutto – ha sottolineato a sua volta Enza Fumarola, general manager Enterprise Solutions Group di Infor Italia – nasce già con una logica che spinge sulle verticalizzazioni, che caratterizzano i nostri prodotti».


Il punto fondamentale, sottolineano in Infor, è che l’abilitazione alla Soa è senza costi aggiuntivi per i clienti. «Non chiediamo alcun impegno economico al cliente per abilitare questa nuova tecnologia disponibile – ha precisato Della Lena -. Il cliente dovrà pagare soltanto nel caso in cui vorrà costruire applicazioni che includono soluzioni non nostre. Gli approcci Soa tradizionali di altri vendor, di solito, sono di tipo rivoluzionario, quindi, molto invasivi. Si deve mettere una nuova piattaforma al centro dei sistemi dell’azienda e poi bisogna riscrivere tutta una serie di meccanismi e adattarli a questa nuova piattaforma. Noi, invece, abbiamo un approccio a step di tipo evolutivo delle soluzioni. Non obblighiamo a buttare via quello che il cliente ha utilizzato finora e a riscrivere tutto da zero, ma piuttosto adeguiamo piccole parti di processi ai nuovi standard. E questo risultato è frutto di un lavoro di due anni che ci ha portato al lancio odierno». Un approccio, quindi, che secondo il manager invoglia di più gli utenti ad avvicinarsi alle Soa, in quanto «è rivoluzionario il concetto, ma non l’approccio».


Per ora, quindi, Infor ha rilasciato il framework iniziale, «che è condicio sine qua non per abilitare tutto il resto – ha osservato Fumarola -. I rilasci successivi saranno dei tasselli che si inseriranno successivamente. I clienti hanno dimostrato un certo interesse alla nostra soluzione, in quanto hanno apprezzato il fatto che il proprio fornitore di sistemi gestionali mette a loro disposizione degli aggiornamenti del sistema,di fatto, abilitandolo a nuovi standard in modo gratuito, se è in atto un accordo di manutenzione regolare con noi, per cui possono decidere in piena libertà se utilizzare l’opportunità che offriamo loro».


Ritornando al discorso delle verticalizzazioni, Fumarola ha sottolineato che «soluzioni come il Crm o l’asset management, stanno trovando nell’approccio Soa il loro sbocco naturale. In particolare le nuove integrazioni con il mondo del Crm sono viste sia individualmente, sia integrate con i sistemi core Erp, tutte costruite basandosi sul framework Soa e lo stesso vale per i recenti rilasci di asset management. Il tutto in un’ottica di uniformità. In questo modo rispondiamo a chi aveva il dubbio iniziale sulla parcellizzazione della nostra offerta e, quindi, sulla difficoltà che avremmo avuto nell’offrire qualcosa di omogeneo al mercato. A distanza di meno di un anno dall’integrazione delle aziende che hanno dato vita al Infor, abbiamo dimostrato che stiamo rispettando le roadmap che abbiamo presentato nello scorso novembre».


Il peso dei progetti


Riguardo ai progetti in ottica Soa, che tempistiche possiamo dare? «Una implementazione basata su standard Soa – ha risposto Enza Fumarola di Infor – non è diversa, dal punto di vista delle tempistiche, dai classici progetti di integrazione. Quello che cambia è l’approccio. Per le tempistiche, bisogna capire di che tema stiamo parlando e quante transazioni vogliamo implementare. I tempi possono variare da pochi giorni, per un semplice flusso di scambio tra due sistemi, a mesi se un’azienda vuole rendere tutta la propria architettura Soa compliant. Bisogna, infatti, decidere se si vuole l’implementazione di uno specifico processo, utilizzando questa tecnologia, oppure se si vuole rivedere tutta l’organizzazione e trasformarla basandola su Soa. Gli approcci Soa tradizionali sono di tipo rivoluzionario, quindi, molto invasivi. Si deve mettere una nuova piattaforma al centro dei sistemi e, poi, riscrivere tutta una serie di meccanismi e adattarli a questa nuova piattaforma, come fanno altri competitor con le loro piattaforme. Invece, noi abbiamo un approccio di tipo “evolutionary” delle soluzioni, procediamo a step. Non obblighiamo a dire: buttate via quello che avete finora e riscriviamo tutto da zero. Noi diciamo: adeguiamo piccole parti di processi ai nuovi standard».

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