
Sul numero di NetsTime di settembre è allegato un report, che analizza la realtà tecnologica andata consolidandosi nell’ultimo anno nel settore dello storage e dei server. Il report, peraltro, segue e integra quello relativo alle tecnologie di networki …
Sul numero di NetsTime di settembre è allegato un report, che analizza la realtà tecnologica andata consolidandosi nell’ultimo anno nel settore dello storage e dei server. Il report, peraltro, segue e integra quello relativo alle tecnologie di networking che è stato allegato al numero di Marzo ed è stato realizzato con il contributo e la collaborazione delle principali società presenti nel mercato dello storage e dei server. Ha un approccio strettamente tecnico e analizza, così come già fatto per il precedente sul networking, gli standard e le architetture consolidatesi e le piattaforme di prodotto e di servizi che sono state via via sviluppate.
L’aspetto importante che è emerso nella preparazione del report, e su cui è opportuno fare delle considerazioni, è che non solo lo storage si appresta, secondo recentissime previsioni, a fagocitare il 60% degli investimenti di IT entro i prossimi 3 anni ma costituisce un punto di svolta anche nella modalità stessa di realizzazione delle reti aziendali. In pratica, dal cablaggio alla topologia di una rete, si dovrà tenere conto sin dalla prima fase progettuale delle problematiche connesse all’allocazione di server e dispositivi di storage, ai relativi protocolli e all’occupazione di banda delle applicazioni correlate.
Con l’adozione di fibre ottiche, di nuovi standard e di protocolli di comunicazione Fibre Channel e IP quello che, sino a poco fa, era un mondo confinato ai bordi dei sistemi ICT entra, quindi, a tutta forza nell’ambito globale di un’infrastruttura, con una sua visione architetturale integrata, prodotti specifici per il contesto di rete, locale o geografica che sia, e modalità di gestione integrate nei sistemi di management.
Se guardiamo questo fenomeno evolutivo, che per lo storage è per certi aspetti persino più rapido di quello che ha interessato Internet, non si può fare a meno di considerare che gestire questo fenomeno non è semplice. Chi sino a poco fa in azienda si occupava di storage è infatti probabile che manchi di un effettivo know how per quanto concerne il contesto di rete. D’altra parte, chi si occupa della parte di communication, generalmente non ha che una conoscenza superficiale dello storage. In pratica, il progetto di una rete aziendale non sarà più il compito di singoli specialisti ma si avvia a diventare una scienza interdisciplinare.
Siamo certi che i due report pubblicati aiuteranno i nostri lettori a entrare reciprocamente nelle rispettive problematiche e ad approfondire le specificità connesse alla realizzazione di sistemi ICT integrati in modo nativo. Un discorso simile caratterizza anche il rapporto tra rete e server, soprattutto alla luce della prossima generazione di server basati su processori a 64 bit.
I server stanno attraversando anch’essi una forte fase evolutiva, che li vede acquisire caratteristiche che potremmo definire carrier class e cioè con un’elevata resilienza e un’architettura che per la fascia medio alta è sempre più multiprocessore. Ciò permette di disporre di piattaforme server in grado di far fronte, da una parte, a esigenze applicative elevate e, dall’altra, di consolidare in data center o nello stesso server funzionalità che sinora erano realizzate a livello di appliance dedicate esterne.
Anche il loro utilizzo porta, quindi, profonde modificazioni all’architettura di una rete e alle modalità di selezione dei moduli che la compongono. Va da se che come tutti i fenomeni che evolvono rapidamente le aziende produttrici nonché le associazioni internazionali dedite alla standardizzazione dovranno necessariamente tenere conto della realtà esistente e definire opportune strategie di migrazione. Una strada su cui le aziende si sono comunque già avviate.