La rete di Teseo unisce S.Camillo e Forlanini

Gigabit Ethernet e backbone in fibra ottica di 3Com sono le caratteristiche chiave di una mastodontica infrastruttura multiservizio realizzata presso i due poli ospedalieri romani, che insieme costituiscono un’azienda all’avanguardia tecnologica nel campo del networking

Persino i partner tecnologici si meravigliano del livello di
avanguardia raggiunto in una struttura pubblica qual è il San Camillo Forlanini
di Roma, probabilmente la più grande azienda ospedaliera d’Europa.Lo testimonia
Antonio Pelagalli, responsabile reti fonia e dati della società e ideatore del
progetto Teseo. Si tratta di una rete di circa 25/30 chilometri di cavi di fibra
(da almeno 20 fibre ottiche ciascuno), alcuni milioni di metri di cavo di
Categoria 5 e Categoria 6 (200mila metri di cavo acquistati in media ogni due
mesi), che collegano in Gigabit Ethernet un campus di 30 edifici, per oltre
10mila postazioni. Il tutto ottimizzato in modo da “collassare” su due soli nodi
di backbone.
Per realizzare il progetto, Pelagalli ha scelto 3Com: «C’era
chi spingeva per una realizzazione, che vedeva Telecom Italia come integratore,
ma che non rispondeva appieno alle mie idee, perché non rispecchiava la
struttura dell’azienda
». Di fatto, il manager romano ha messo sul piatto
della bilancia il proprio posto di lavoro, imponendo una soluzione i cui costi
iniziali apparivano più alti del 20-30%, «ma che avrebbe poi portato
all’ottimizzazione dell’intera struttura
».

Il bisogno di
flessibilità

In precedenza, fino a un paio di anni fa, al S.Camillo
Forlanini non esisteva una vera e propria infrastruttura di rete ospedaliera, ma
varie Lan separate, sviluppate su protocolli diversi e con applicazioni, spesso
proprietarie, anch’esse diverse. Una sorta di anarchia che rendeva molto oneroso
anche semplicemente spostare un dipendente da un ufficio a un altro. Un’esigenza
tuttaltro che trascurabile presso i due ospedali romani, dove un dipendente,
nell’arco di un anno, si sposta, in media, dieci volte. Si pensi, poi, alle
centinaia di medici e infermieri che prendono servizio in diversi reparti. Anche
a livello amministrativo, del resto, i cambiamenti sono frequenti.

«Spesso si tratta di spostare uffici interi – ha affermato
Pelagalli -. Per esempio, abbiamo dovuto spostare il servizio
approvvigionamento, con altri servizi annessi: 200 persone dal secondo al terzo
piano. In precedenza, questo avrebbe richiesto molto tempo, con l’intervento di
più tecnici per la parte di rete dati e di fonia. Grazie alla soluzione 3Com,
invece, abbiamo potuto predisporre tutto e le persone hanno dovuto prendere
semplicemente l’ascensore, trovando la loro postazione già pronta
all’uso
».
Il primo obiettivo del network manager, dunque, è stato quello
di dotare l’azienda di un’unica infrastruttura. È nata così l’idea di Teseo, una
piattaforma unica, che integra i servizi di rete e trasporta tutte le
applicazioni aziendali.

Rete su misura per il
campus
Il polo ospedaliero è costituito da due strutture principali,
il San Camillo e il Forlanini, appunto. Quest’ultimo, oltre ai reparti
specialistici di pneumologia, comprende tutte le aree amministrative, le varie
direzioni e tutti i dipartimenti non sanitari, mentre il San Camillo presenta
solo padiglioni sanitari. All’interno del San Camillo, inoltre, si trova la
Piastra, una nuova struttura polifunzionale che entrerà gradualmente in funzione
nei primi mesi del 2003. Il tutto costituisce un campus di circa 50 ettari.
Pelagalli ha pensato di rispettare la topologia del polo, ideando una rete
basata su due nodi di backbone, con un’architettura, un po’ più complessa e
costosa da realizzare inizialmente, ma che ottimizza le prestazioni e risulta
più semplice da gestire, minimizzando, nel contempo, il numero di hop (cioè di
link fra due nodi di rete). L’infrastruttura, inoltre, deve rispondere a
requisiti di robustezza, scalabilità, affidabilità nel tempo e integrazione
delle tecnologie (unendo voce, dati e le svariate applicazioni presenti in una
struttura sanitaria).
«L’obiettivo che ci siamo posti – ha spiegato
Pelagalli – è quello di migrare tutto su Ip, salvaguardando, però, gli
investimenti effettuati
». Il progetto è partito nel 2000 e andrà avanti con
tempi dettati dai costi. «Se solo consideriamo la quantità di telefoni
analogici che abbiamo
– ha affermato il network manager – non possiamo
prevedere di completare la migrazione su Ip prima di quattro o cinque anni.
Dobbiamo esaurire il ciclo di vita di tecnologie che abbiamo in
casa
».
Alcune sono di recente introduzione, in particolare per quanto
riguarda la fonia, ma rispondevano ad accordi precedenti. Esiste poi un vincolo
“sociale” alla migrazione: l’alfabetizzazione informatica all’interno
dell’azienda ospedaliera è fortemente disomogenea, per cui è necessario
procedere gradualmente nel sostituire i mezzi che molti sono abituati a
usare.

La tecnologia del progetto
Dall’inizio del
progetto sono stati introdotti in azienda 160 prodotti 3Com, a partire dal
SuperStack 3300 e 4900. Il backbone è stato realizzato con un CoreBuilder 9000,
che nel frattempo la casa di Santa Clara ha smesso di produrre, ma che continua
a supportare e a mantenere upgradabile. Questo è stato affiancato dai nuovi
SuperStack 4400, di cui ne sono stati ordinati 65 esemplari. Altri 80 saranno
messi in funzione nei prossimi 18 mesi per il completamento della rete della
Piastra.
Attualmente, la copertura della rete è circa al 70%. Il backbone,
tutto in fibra, è completato, ma manca ancora la cablatura verticale di alcuni
edifici. Questa è in rame, con connettività in Gigabit Ethernet pressoché
dappertutto, tranne in alcuni uffici periferici a basso traffico, dove sono
state realizzate sottoreti Ethernet a 10 o a 100 Mbps a seconda dei casi. A oggi
sono attive circa 7mila porte. A regime, cioè per l’inizio del 2003, si
raggiungerà quota 10mila. L’obiettivo è di fornire la connessione a tutti gli
utenti aziendali, integrando ogni servizio e applicazione. Per la parte fonia,
unico vincolo legacy, è stato introdotto un Nbx 100 nel reparto ingegneria,
cominciando a effettuare la sperimentazione della Lan telephony e impiegandolo
come backup della portante analogica. Col tempo l’uso sarà esteso mediante due
Nbx in versione SuperStack, uno per ogni nodo di campus, in modo da garantire
anche una certa ridondanza. La gestione della rete è realizzata con Transcend,
la piattaforma di network management di 3Com, che risponde alle esigenze
quotidiane e che è sufficientemente semplice per essere adoperata da tutti i
tecnici dello staff.
«La flessibilità è il principale punto di forza
della soluzione
», ha affermato Pelagalli. Il manager sottolinea la rapidità
con cui è possibile realizzare gli interventi: «in precedenza, per spostare
20 telefoni e altrettanti pc, occorrevano giorni di lavoro e il coinvolgimento
di società esterne. Oggi possiamo farlo da soli in venti minuti. Per trasferire
il badge di centinaia di medici e infermieri bastano 10 minuti. Questi sono
risparmi di immediata comprensione per chiunque
».
La flessibilità della
soluzione viene incontro anche al rigido programma di manutenzione imposto da
Pelagalli, «un programma draconiano. Abbiamo vari dispositivi freddi, ma non
aspettiamo i guasti. Periodicamente ogni macchina è sostituita a caldo, portata
sul banco di prova e pulita con calma. In questo modo siamo sicuri della
perfetta efficienza di ogni apparato
».     

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