La realtà dell’e-democracy

Diverse sono le iniziative avviate dalle amministrazioni locali per avvicinare il cittadino alla Pa, nell’ottica dello scambio multicanale

Una Pubblica amministrazione moderna deve saper interagire al meglio con i cittadini e gli altri aggregati della società civile. Questo significa che deve operare nella direzione di semplificare i rapporti, utilizzando di volta in volta i canali di comunicazione più adeguati alla numerosità e peculiarità dell’utenza, così come al grado di complessità dei servizi richiesti. Allo sportello tradizionale si stanno, quindi, affiancando già da alcuni anni i call center telefonici, il Web e la posta elettronica e, più di recente, anche gli Sms (i messaggini sul telefono cellulare) e la televisione digitale. Gli sforzi compiuti dai legislatori, che stanno progressivamente ampliando la varietà degli strumenti aventi validità giuridica nelle comunicazioni telematiche tra stato e cittadino, fanno supporre che, nei prossimi anni, l’utilizzo di media alternativi crescerà. La multicanalità è, quindi, il fattore che domina l’evoluzione delle comunicazioni tra la Pa e i soggetti della società civile, in un discorso che non si limita solo a Internet. Questo non significa, però, che una Pal debba essere presente, obbligatoriamente e contemporaneamente, su tutti i canali. Quello che, però, si richiede agli enti locali oggi è di pensare e predisporre qualsiasi nuovo servizio nell’ottica della multicanalità. A riprova di questo interesse, anche il Cnipa (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pa) ha provveduto a cofinanziare (con un fondo di 9.500.000 euro) 56 iniziative a opera di amministrazioni locali, che avevano come obiettivo lo sviluppo della cittadinanza digitale.


L’Avviso E-democracy prevedeva l’erogazione di un contributo massimo corrispondente al 50% del costo del progetto, che doveva avere una durata massima di 24 mesi, dando particolare rilevanza al rafforzamento della partecipazione dei soggetti tendenzialmente marginalizzati nei rapporti con la Pa.
In realtà, i progetti finanziati potrebbero essere definiti dei “cantieri” con una forte vocazione sperimentale perché non esistono, al momento, modelli e processi standardizzati di successo per le iniziative di cittadinanza digitale. Al loro interno, Internet gioca un ruolo fondamentale, visto come lo strumento che permette alle amministrazioni di essere aperte, sia come linguaggio che come approccio adottato. Aperta significa, però, anche accessibile sotto il profilo della reperibilità di informazioni e documenti. Questo presuppone il ricorso a sistemi di gestione del workflow, oltre a una migliore integrazione delle banche dati, cosa sulla quale le amministrazioni sono chiamate a investire massicciamente nel corso dei prossimi anni.

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