La reale innovazione: Oracle

Svolgere temi nuovi, sfruttando tecnologia e applicazioni. L’efficientismo è “by default”

Oracle, ce lo conferma la manager italiana Roberta Toniolo (con responsabilità per l’Europa continentale), è una società che innova e si innova, a prescindere. Lo testimoniano le grandi risorse finanziarie investite in ricerca e sviluppo e la collaborazione con i talenti che sgorgano dal mondo accademico.

I prodotti innovativi e abilitatori dell’innovazione non nascono solo dalla fucina aziendale, ma sono il frutto del contributo elucubrativo dei vari board e user group che la società tiene con gli utenti.

E proprio gli utenti innovativi, secondo Toniolo, sono coloro che, come Oracle, hanno oramai interiorizzato la parabola dell’efficientazione operativa, che ora deve essere scritta nei geni delle società.

Innovazione per Oracle non è andare alla ricerca della riduzione dei costi di operazione, mediante l’ottimizzazione della struttura. Questo è scontato che si debba fare.

Innovazione, allora, è fare cose nuove (rispettando proprio l’etimo della parola), sopratutto in termini di processi, partendo da un’idea di business (e quindi valorizzando il ruolo della componente imprenditoriale), sfruttando la capacità di abilitare che ha l’It, sia in termini di tecnologia, sia di applicazioni.

Il percorso ricerca-bisogni-applicazione ha quindi una luce che ne indica la direzione, che deve essere seguita anche da chi di tecnologia si occupa in azienda.

Sul tema Toniolo vede l’esistenza di due figure: un It manager “all’antica”, attento solo alla tecnologia, e un nuovo Cio, che è manager soprattutto di business.

Ecco, per favorire l’innovazione c’è bisogno soprattutto di quest’ultima figura, che sappia sfruttare l’It per quella che è: una macchina, che se ben guidata, alimentata, manutenuta, può portare l’azienda ovunque.

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