La piattaforma Tivù è pronta al decollo

Caratteristiche e opportunità del nuovo sistema Dtt e satellitare, spiegate dal direttore Marketing e comunicazione, David Bogi

Il progetto della piattaforma digitale Tivù fu annunciato per la prima volta a Napoli, durante la seconda Conferenza nazionale sulla Tv Digitale terrestre nel 2006, ma abbiamo dovuto attendere la quarta edizione della stessa conferenza per apprendere che questo “treno dei desideri” on air sarebbe partito, via digitale terrestre e Fascia di Clarke, entro un semestre.

Finalmente il decollo di Tivù è arrivato. Sono partite le operazioni per l’Epg di piattaforma: vale a dire, lo strumento organizzante che permette ai telespettatori – tramite i loro ricevitori – di cercare facilmente i canali racchiusi nell’offerta Tivù/Tivù Sat e di accedere in maniera veloce ai relativi contenuti.
Prossimamente, ci renderemo conto di quanto sarà aggressiva questa partenza sul mercato. Intanto, abbiamo avuto l’opportunità di sentire David Bogi, direttore Marketing e comunicazione di Tivù

Bogi, parliamo delle differenze tra Tivù Dtt e Tivù Sat.
Tivù Dtt include tutti i maggiori canali in chiaro dell’offerta televisiva italiana, da quelli generalisti ai nuovi canali digitali di Rai, Mediaset e Telecom Italia Media, oltre che quelli proposti dai nuovi editori della piattaforma terrestre. Inoltre, stiamo lavorando per favorire la presenza di altre offerte di grande rilievo, fra cui quelle di France 24, BBC World News, Class News, Sat 2000 e molte altre. Su Tivù Sat (al decollo entro questa estate) saranno invece presenti tutti i canali gratuiti di Tivù Dtt che vorranno aderire anche all’avventura satellitare, più eventuali altri canali che, per diverse ragioni, opteranno soltanto per la piattaforma celeste.

Nella piattaforma è previsto anche l’inserimento di programmazioni Hdtv?
Sì, compatibilmente con la disponibilità dello spazio trasmissivo. Su questo tema, però, stiamo ancora ragionando e compiendo verifiche.

Di quali apparati dovrà disporre l’utente finale per la ricezione di Tivù e Tivù Sat?
Per ricevere l’offerta di Tivù via Digitale terrestre, è sufficiente dotarsi di un decoder Dtt contrassegnato dal Bollino Blu di DGTVi oppure di un televisore con decoder integrato certificato dal Bollino Bianco sempre di DGTVi. Per ricevere Tivù Sat, invece, occorrerà una normale antenna parabolica – orientata ai 13° Est di Eutelsat – e un set-top-box satellitare certificato Tivù Sat (differente, quindi, da quello di Sky Italia). Tra i produttori finora coinvolti nella costruzione dei decoder celesti, figurano Humax, ADB e TeleSystem, ma siamo ovviamente aperti anche verso altri produttori.

Perché utilizzate un accesso condizionato per una proposizione satellitare “free-to-air”?
L’offerta TivùSat sarà criptata solo per una questione legata ai diritti di trasmissione dei programmi, molti dei quali possono essere diffusi esclusivamente entro i confini del territorio nazionale e non oltre. L’utilizzatore italiano, quindi, non dovrà sottoscrivere alcun abbonamento, ma dotarsi di una smart card, disponibile o in bundle con il decoder oppure tramite richiesta a Rai.

Come si sviluppa la vostra attività di promozione?
L’attività di promozione si articola su tutti i principali mezzi di comunicazione. Infatti, alle Tv nazionali si aggiungono: i maggiori quotidiani italiani (aventi un dorso locale nelle aree territoriali oggetto del processo di switch-over/switch-off), la stampa locale, gli organi di free press, alcuni periodici, il circuito delle affissioni, quello dell’infomobilità, le Radio di zona, più ancora una serie d’iniziative promozionali ad hoc che andiamo pianificando area per area. Inoltre, tenderemo a promuovere con forza Tivù Sat nelle zone di switch-off caratterizzate da gap di ricezione nel Digitale terrestre, onde evitare che a switch-off effettuato gli abitanti di queste aree rischino di trovarsi senza segnale televisivo.

Vi considerate rivali di Sky Italia, almeno per quanto riguarda il segmento celeste?
Tivù Dtt e Tivù Sat sono due piattaforme gratuite, nate con l’obiettivo di promuovere e spingere la diffusione della multicanalità digitale in chiaro e quindi di rendere concreto l’arricchimento dell’offerta televisiva fruibile dalle famiglie italiane a seguito dello switch off. Da questo punto di vista, non siamo un competitor diretto di Sky Italia (che è una pay), ma siamo certamente una delle leve importanti della transizione al digitale, perché contribuiamo a comunicarne e articolarne la sostanza editoriale.

Sembra che la nuova piattaforma abbia anche delle “muse ispiratrici”.
È vero. Un significativo modello di riferimento per noi è rappresentato dall’offerta Dtt in chiaro Freeview, che nel corso di cinque anni è divenuta la più importante in tutto il Regno Unito. Un altro, interessante riferimento, è costituito da FreeSat, il servizio via satellite – nato da una joint-venture fra BBC e ITV – che oggi propone in FTA oltre 80 canali televisivi, due dei quali (BBC HD e ITV HD) in alta definizione.

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