La parola agli utenti nell’Agorà di Software Ag

La società ha inaugurato un nuovo spazio che periodicamente possa rappresentare uno scambio aperto di idee e opinioni con i clienti

Mantenere un contatto diretto e costante con i clienti per conoscerne più a fondo le necessità e le difficoltà di rapportare l’It con il business è all’origine dell’iniziativa "Agorà Club" inaugurata da Software Ag in Italia con il recente meeting di Tirrenia. L’obiettivo è quello di trovare insieme, con l’aiuto anche di esperti e analisti, una miglior forma di collaborazione, fondamentale per una società come Software Ag, che si definisce "the XML company" e che con le sue soluzioni offre la possibilità di realizzare una visione centralizzata di tutte le informazioni strategiche per il business.


"Siamo sempre più una economia globalizzata – ha esordito Fabio Carletti, amministratore delegato di Software Ag – per cui è necessario trovare il modo di far dialogare offerta e domanda, affinché ci sia l’occasione di un confronto diretto, per imparare e poi reagire insieme, con successo, al progressivo ingresso sulla scena di economie che si annunciano estremamente competitive rispetto alla nostra".


La situazione del mercato è molto cambiata e "l’analisi dei dati può far capire che cosa sta succedendo, anche se poi devono seguire presa di coscienza e fatti concreti" ha affermato Gianni Soreca, direttore della divisione Consulting di Idc Italia nell’analizzare per sommi capi il contesto mondiale. Le economie, come gli Usa e Canada, che hanno avuto la capacità di investire sulle idee, ora sono trainanti e vedono crescere il Pil in proporzione agli investimenti in Ict. L’arretratezza dell’Italia sta nella miopia delle imprese, che hanno difficoltà a investire e sviluppare nuove idee, contrariamente a paesi come l’India che hanno avuto la capacità di produrre software a minor costo rispetto a quelli più industrializzati e "hanno costruito un processo di manutenzione e produzione software che è perfetto – ha sottolineato Soreca -. Hanno investimenti, skill e qualità, attirando così l’interesse del mercato. Va anche detto, però, che quando si disloca un prodotto nell’Est asiatico emergono tutti i problemi del nostro modo di lavorare, come per esempio quelli di tipo logistico".


In questo contesto l’integrazione dell’informazione è fondamentale e solo gli esperti dell’It possono spiegare come fare. L’Europa è in difficoltà, tranne il Regno Unito, e l’Italia in particolare ha accumulato un ritardo difficile da colmare. Nel ribadire il gap che il nostro Paese ha rispetto alle altre nazioni europee, Carletti ha auspicato un ruolo più trainante da parte della Pa nel prendere decisioni che spingano verso l’innovazione, affinché venga dato avvio a un piano che dovrebbe andare in due direzioni: la Pa deve essere un punto di riferimento anche per le aziende e deve preparare lo sviluppo per il mercato. Emerge, però, ancora drammatica la mancanza di un disegno preciso di coordinamento tra Pa centrale e locale, per cui sarebbe auspicabile che la funzione pubblica guardasse oltre frontiera per prendere d’esempio i modelli più evoluti.

Le osservazioni dei clienti


E su questo fronte è stato chiamato in causa un utente, Raimondo Scozzese, responsabile ammnistrativo del Ministero dell’Interno, che ha ammesso la mancanza di coordinamento e di chiari programmi di investimento all’interno della Pa. Ha, inoltre, sottolineato che il suo ministero di recente ha tagliato i costi dei consulenti Ict "perché non ci hanno soddisfatto" e ha preferito portarsi avanti i progetti con gli esperti tecnici interni e con i vendor delle varie soluzioni utilizzate. Alberto Ostorero, architectural manager di Telecom Italia, ha sottolineato che non trova utile avere un vendor che offra soluzioni tecnologiche già pronte, dal momento che poi una società come la sua deve completamente riconfigurarle sulle proprie piattaforme per non rischiare di trovarsi con problemi maggiori di quelli che aveva in precedenza. Riguardo alla cooperazione con le altre telecom, secondo Ostorero c’è ancora una certa diffidenza perché si teme, se si coopera, di perdere potere e specificità.


Umberto Coia, responsabile tecnologie e architetture di Siae (Società italiana degli autori e degli editori), ha osservato che l’attuale obiettivo della sua società è quello di migliorare la comunicazione con gli iscritti in modo da venire incontro alle necessità del singolo con una informazione mirata. La volontà di essere più vicini ai clienti è stata ribadita anche da Sonia Bertocco, responsabile Si di Thyssenkrupp Acciai Speciali di Terni in quanto le società che non danno valore aggiunto non possono competere. Per questo la sua azienda da due anni ha affrontato in modo nuovo l’approccio all’utente finale, aiutandolo a gestire la sua catena commerciale. Sul fronte dell’It, Bertocco ammette di trovare molta difficoltà nell’individuare vendor sia software che hardware che siano in grado di soddisfare le sue esigenze. Spesso anche le grandi realtà hanno delle burocrazie interne che inficiano sui rapporti con le aziende utenti e non sono adeguate ai ritmi di lavoro di oggi.


A conclusione Carletti ha evidenziato come presso le imprese negli ultimi anni si sia avviato un profondo rinnovamento delle strategie e dei processi, il che vuol dire avere diverse esigenze e quindi aver bisogno di aiuto. E oggi chi lo può dare sono in primis i fornitori di tecnologie innovative.

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