La Pa cerca l’innovazione

Al Forum Pa 2007 si discute dell’efficienza nel “fare la cosa pubblica”. Cittadini (Cnipa): «una strada fatta a metà». Simi (ministero Economia): «vanno vinte le resistenze alle best practice».

Roma

“Tecnologie innovative per l’efficienza” è stato il tema di uno dei primi convegni che hanno inaugurato l’edizione 2007 del Forum Pa di Roma e che ha voluto affrontare come l’efficienza sia uno dei primi obiettivi che la Pubblica amministrazione deve conseguire negli anni a venire.

«Obiettivo con il quale peraltro già da dieci anni la Pa si confronta – ha sottolineato Caterina Cittadini, direttore generale del Cnipa – e che però richiede un revisione del sistema dalle fondamenta. I servizi ai cittadini devono non solo puntare all’efficienza ma anche all’efficacia con un’attenta valutazione al rapporto costi/benefici. Oggi bisogna fare continuamente dei passi avanti, tenendo presente che l’efficienza è un valore importante ma difficile da raggiungere, in quanto il processo deve essere corale e unire tutte le Pa del paese. In questo processo la tecnologia è un elemento importante come mezzo ma deve essere contestualizzato all’interno di un progetto di riorganizzazione dei processi, in modo che tutte le amministrazioni possano parlarsi. Dal punto di vista giuridico siamo a buon punto, ma la sfida in atto richiede ancora molta strada da fare».

Secondo Cittadini siamo a metà del guado, ma occorre ancora molto lavoro e anche molto entusiasmo per raggiungere l’obiettivo.

Nel suo intervento Andrea Simi, capo ufficio legislativo economia del mistero dell’Economia e delle Finanze è stato molto critico. Infatti ha sottolineato che il processo è lungo, ma «siamo in una fase avanzata, anche se ci sono segni evidenti di una impostazione che fa fatica a evolvere. Le grandi decisioni sono sottoposte al giudizio della politica, poi a quello dei sindacati, si deve continuamente fare i conti con forze sociali più propense alla congestione che non all’avanzamento dei servizi di cui il paese ha bisogno. La soddisfazione dell’utenza dovrebbe essere il primo parametro a cui tendere in un’ottica di trasparenza amministrativa, procedendo anche a una valutazione delle prestazioni dei dipendenti della Pa. Purtroppo molte best practice sono viste con resistenza, per cui ci vorrebbe più fermezza nell’imporle».

Per Giorgio Pagano, direttore generale del Dipartimento Amministrazione Generale Personale e Servizi Tesoro, ministero dell’Economia e delle Finanze, «innovazione si può fare anche con la carta e la matita non solo con hardware e software. Ho visto molti progetti che sono falliti perché erano troppo in mano all’It. Oggi la Pa digitale poggi su tre pilastri: comunicazione telematica con i cittadini, comunicazione interna alla Pa e carta nazionale dei servizi. La Pa deve utilizzare la posta elettronica come principale strumento di comunicazione, però la mancanza di banda larga in ante aree del paese aumenta il digital divide».

Pagano comunque ricorda quanto fino a ora è stato fatto, per andare vero il rinnovamento digitale, come il Codice dell’Amministrazione Digitale, nel quale ci sono le linee di intervento attuate, come il progetto e-cedolino per chi lavora nella Pa, l’intranet dipartimentale per poter mettere i lavoratori della Pa al centro del programma di digitalizzazione. Il rischio, ha sottolineato Pagano è di digitalizzare l’inefficienza perché non è solo una questione di It.

Molto più pro-tecnologia è stato l’intervento di Emilio Frezza, responsabile area Infrastrutture Nazionali Condivise del Cnipa, il quale ha ribadito che in effetti «l’uso delle tecnologie non ha risolto i problemi perché ci vuole anche molto più entusiasmo da parte delle persone nel voler attuare i cambiamenti. In Italia abbiamo fatto dei passi indietro in fatto di qualità, anche nella aziende, e nella Pa la qualità va perseguita e lo facciamo con centri di competenza che analizzano le tecnologie e coinvolgono chi le utilizza con documenti tecnici, i famosi quaderni».

Oggi la Pa è impegnata su vari fronti innovativi, come il wireless, la comunicazione senza fili, l’Rfid, il VoIp, il digitale terrestre. Il personale può muoversi e accedere in piena mobilità ai propri sistemi Ict, così la Pa può andare a casa del cittadino e offrire servizi che consentono di ridurre i costi.

Per cui l’area guidata da Frezza si sta impegnando per diffondere l’uso delle tecnologie wireless presso le Pubbliche amministrazioni, creando un centro di mobile governance. Il VoIp è all’interno di un programma che entro cinque anni si diffonderà in tutta la Pa, per cui va preso atto che l’Ict migliorerà la vita di tutti.

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