La nuova Novell è anche donna

«Al prossimo incontro mi presento vestita di giallo con la spada in mano, in perfetto stile Kill Bill», scherza Andreana Crisci, nuovo amministratore delegato di Novell Italia. Kill Bill è il titolo dell’ultimo film di Quentin Tarant …


«Al prossimo incontro mi presento vestita di giallo con la spada in
mano, in perfetto stile Kill Bill»
, scherza Andreana Crisci,
nuovo amministratore delegato di Novell Italia. Kill Bill è il titolo dell’ultimo
film di Quentin Tarantino che racconta della vendetta di una splendida Uma Thurman
contro chi le ha rovinato il matrimonio, un tale Bill, che non è certo
il Bill Gates che tutti conosciamo. Scherza, la Crisci, sulle voci di chi, dopo
l’acquisizione di Suse Linux da parte di Novell, vorrebbe l’azienda americana
diretta concorrente di Microsoft. La battuta è buona, come buona è
l’immagine del manager che abbiamo incontrato, una professionista alla mano (ci
chiede subito di darle del tu), carismatica ma con discrezione, entusiasta ma
decisa, competente ma umile (ci confessa che anche per lei Linux è un mondo
nuovo).

Un anno di…? Un aggettivo per definire il 2003 che ci siamo lasciati
alle spalle.

Un anno di sfide, un anno frenetico. Il 31 luglio ho lasciato la direzione di
Cast Italia e ho accettato entusiasta il nuovo incarico. Ho trovato il capo precedente
che pretendeva il "lei", mentre io gli avrei voluto dare del tu da subito.
Ho trovato un management giovane e preparato alle nuove sfide che l’azienda ci
richiedeva e ho dovuto soltanto aggiungere una risorsa al team (Marco Schiavone,
responsabile canale indiretto).

Ci parli del suo background.
Mi sono laureata in scienza dell’informazione a Milano e ho delle basi fortemente
tecniche. Ricordo con gioia gli anni passati a lavorare sui progetti di ricerca
finanziati dalla Comunità europea per conto di Bull e di Cap Gemini nei
primi anni 90. Ricordo i cinque anni passati in Francia e, in generale, l’esperienza
all’estero, dove essere donna e coprire un incarico di responsabilità non
rappresenta un paradosso.

Tornando a lei, è stata sempre riconosciuta per quello che valeva
veramente?

Direi di sì. Ho ricoperto diversi incarichi di responsabilità, quasi
sempre ho avuto dei capi maschi che mi hanno dato fiducia. Mi sono ritrovata,
donna e giovane, a capo di un team di un centinaio di persone, tra cui tanti uomini
più anziani di me, ma devo dire che non ho mai avuto grossi problemi.

Come ha fatto?
Ho sfruttato il vantaggio di essere donna. La capacità di ascolto, l’"intelligenza
emotiva" condita sempre da una buona dose di autorevolezza e di competenza.
Una donna può permettersi di declinare in modo più morbido il concetto
di potere, evitando l’invidia, sia maschile che femminile. Le caratteristiche
di una donna manager, inoltre, si sposano perfettamente con la richiesta da parte
delle aziende di avere un management più efficace e più democratico.

E i rapporti con i partner e i clienti?
Da quando sono entrata in Novell sono voluta andare in giro per conoscere i riferimenti
italiani dei partner e i clienti enterprise. Devo dire che dal punto di vista
puramente commerciale essere donna è sempre un vantaggio, anche in precedenza
avevo riscosso particolari successi come "venditrice", ma non mi è
mai piaciuto questo ruolo.

Un sogno da realizzare?
Creare un’azienda Ict composta da sole donne. È un sogno, ma chissà…

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