L’Authority per le Tlc al lavoro su VOIP, WI-MAX e televisione in mobilità, per tutelare gli utenti e aiutare lo sviluppo di mercato e concorrenza
La convergenza dei servizi e degli operatori cambia in corsa le regole del gioco nel mondo delle Tlc e tutti i protagonisti chiedono che ci sia un arbitro imparziale a dirigere la partita. Questo ruolo è affidato allAutorità per la garanzia delle comunicazioni (Agcom) che, di concerto con altri enti e con i ministeri competenti, cerca di definire il quadro di riferimento. Per lo più, si tratta di una rincorsa, perché la tecnologia arriva sempre per prima, dando linfa a nuovi mercati, che il regolatore cerca, in seguito di orientare. «Il regolatore – spiega Loredana Vajano dellAgcom – ha tre grandi compiti: tutelare gli utenti, contribuire allo sviluppo del mercato e promuovere la concorrenza. È importante che questi servizi, per quanto complessi, si sviluppino in un ambiente sano dal punto di vista concorrenziale, superando le tentazioni di qualche gestore di guidarne lo sviluppo».
Anche le norme, dunque, devono convergere, ma il processo non è semplice e neppure rapido. Il mondo delle comunicazioni e quello dellaudiovisivo, per esempio, hanno avuto in passato percorsi molto diversi e il quadro di riferimento attuale è differente: da un parte il codice delle comunicazioni del 2003, che prevede i concetti di interoperabilità e di neutralità tecnologica, dallaltra il testo unico per la radiotelevisione, dove troviamo la spinta allintroduzione del digitale.
Ne consegue che, in un mercato convergente, il livello di complessità dellesame di chi deve introdurre le regole aumenta. Da un lato ci vuole tempestività, perché linnovazione corre, dallaltra ci vuole molta cautela, perché una norma sbagliata può indirizzare in maniera errata il mercato. Il punto di equilibrio, nella filosofia dellAgcom, è la conoscenza, ovvero il contatto diretto con chi lavora nel mercato.
Attualmente lAuthority è impegnata nella definizione di norme che riguardano il VOIP, WI-MAX e la tecnologia per la televisione in mobilità DVB-H.
«Per il VOIP – puntualizza Vajano – stiamo cercando un quadro normativo di riferimento che sia sufficientemente flessibile per adattarsi a un servizio nuovo, che garantisca trasparenza ai clienti e che offra regole di interoperabilità fra le varie reti e unattenzione sulla qualità dei servizi e sulla sicurezza».
AllAgcom non sfugge che nellultimo periodo il numero di operatori che propone servizi VOIP in Italia sta aumentando e che il settore rappresenta unattrattiva anche per gli operatori stranieri. In più, sta crescendo il numero di utenti VOIP che utilizza il pc, con servizi tipo Skype, e questo spinge gli operatori tradizionali a entrare nel mercato per fronteggiare questi attacchi. Al contempo, il fenomeno porta una diminuzione dei prezzi della telefonia tradizionale.
Sul fronte del WI-MAX, invece, liter per arrivare a un quadro normativo è ancora lungo. Al momento, infatti, è stata avviata dal Ministero la sperimentazione tecnica sugli apparati e quanto prima bisognerà passare a una fase di test sui gestori.
«È necessario definire il regime autorizzatorio – spiega Vajano – e decidere come assegnare i diritti duso delle frequenze nella banda del 3.5 GHz. Liter prevede che questa banda vada prima liberata, perché è attualmente utilizzata dal ministero della Difesa, che la deve rendere disponibile a quello delle Comunicazioni, avendo in cambio unaltra banda e unindennità». Inoltre, va cambiata la destinazione duso di questa porzione di spettro e, successivamente, lAgcom deve ripartirla fra gli operatori e individuare i criteri di assegnazione, ovvero il meccanismo di gara, che potrà essere regionale o nazionale. Terzo ambito di lavoro dellAgcom riguarda il DVB-H, invece, per il quale è stata avviata unindagine conoscitiva per comprendere come si svilupperà questo mercato e quali saranno i ruoli nella catena del valore.