La new economy alla prova del G8

Promettente, ma dalle capacità ancora mal definite. Creatrice di ricchezza, ma anche di disuguaglianze. Questo è il ritratto dell’informatica nell’anno 2000, così come è stato delineato dai ministri delle Finanze del G8, in …

Promettente, ma dalle capacità ancora mal definite. Creatrice di
ricchezza, ma anche di disuguaglianze. Questo è il ritratto
dell’informatica nell’anno 2000, così come è stato delineato dai
ministri delle Finanze del G8, in un documento proposto al vertice
svoltosi a Okinawa, in Giappone. Il testo emerso dal vertice dei
paesi più industrializzati del mondo disserta sull’impatto
dell’information technology sull’economia e le finanze del pianeta.
Tre sono gli assi di riflessione: lotta contro le disuguaglianze
provocate dall’It fra paesi ricchi e poveri, adattamento delle
politiche macroeconomiche (fiscali, in particolare) agli sviluppi
tecnologici e valutazione dei benefici che questi ultimi apportano.
Sorprendentemente, non è stato molto usato il termine "new economy",
ma comunque, c’è il riconoscimento che l’information technology
"contiene la promessa di divenire una forza importante
nell’economia globale"
. L’impatto, tuttavia, resta difficile da
valutare. Quanto all’occupazione, l’It può creare e distruggere
velocemente, ma il saldo finale dovrebbe essere positivo.
A medio termine, il G8 si attende che l’information technology possa
avere un impatto tale da rovesciare il rapporto tra capitale e
lavoro, seppur con il rischio di aumento delle ineguaglianze.
Pertanto, pur raccomandando ai governi di "mantenere un ambiente
favorevole alla creatività del settore privato"
, si sottolinea la
necessità di mantenere un sistema fiscale "giusto ed equo, che
risponda alle attese nei servizi pubblici per i cittadini"
. Al
vertice, gli Stati Uniti sono tornati alla carica nel chiedere una
moratoria sull’esenzione dalle tasse per il commercio elettronico, ma
su questo punto le posizioni dei vari paesi sembrano ancora molto
distanti.

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