La necessarietà dell’azione digitale

In un decreto anche il pane per le esternazioni delle agenzie.

Un fremito di entusiasmo ha percorso la Rete dopo la presentazione del decreto sulle semplificazioni.
Molti vi hanno letto parole decisive per la digitalizzazione del Paese.
Parole le ennesime, ma stavolta più chiare e circostanziate. Da qui il motivato entusiasmo.

Semplificazione uguale soprattutto deburocratizzazione della Pa, tramite Web.
Ma anche ottimizzazione degli sportelli unici per le attività imprenditoriali ed efficientamento del sistema dell’istruzione.
Il substrato delle finalità saranno i servizi digitali: smart community, open data, cloud, accesso alla rete.

Parole, al momento, a cui dovranno seguire i fatti.
Molti sono convinti che questi ci saranno ed è un bel segnale, per tutti noi più che altro.

Ma anche per chi fa della ricezione di segnali la propria professione quotidiana. Stiamo parlando delle agenzie di rating, ossia quelle entità che sono entrate nel quotidiano di chiunque, suo malgrado.

L’ultima esternazione odierna è di Standard&Poor’s, che entra nel tema.
Secondo l’agenzia statunitense se non saranno effettuate riforme delle pensioni e della sanità, nel 2035 potrebbe non esserci più alcun paese con la tripla A.
Il declassamento, in base alle simulazioni, potrebbe iniziare nel 2015 e riguarderebbe un numero consistente di Stati.
Per evitarlo bisogna favorire la semplificazione e l’informatizzazione del sistema sanitario, fare più ricorso a servizi privati e creare misure che scoraggino le frodi.

Se ne deduce che l’informatizzazione è uno strumento per evitare il declassamento.

Al netto dell’importanza che ciascuno intende dare all’etichettatura che le agenzie di rating affibbiano emerge un netto orientamento alla necessarietà dell’azione digitale, che dovrà prendere forma e sostanza tenendo in considerazione la popolazione di riferimento.

Chiedere oggi una società totalmente digitale è impossibile e anche ingiusto, nei confronti di quelle fasce di cittadini che hanno limiti oggettivi nella fruizione.
Farlo per il 2035 ci sta in tutti i sensi, e senza che a dircelo siano le agenzie di rating.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome