
Secondo i dati Ifpi, nel primo semestre 2005 le vendite di Cd e Dvd audio sono calate più del 6% nel mondo. Per contro sono aumentati i download legali del 360%. Sesto mercato mondiale, l’Italia perde l’8,4% in valore e il 12,3% in volume
Il mercato della musica “tradizionale” continua a vivere
un momento difficile. Nel primo semestre 2005, i numeri forniti dall’Ifpi
(International Federation of the Phonographic Industry), l’organismo che
raccoglie al suo interno i rappresentati di tutte le principali aziende del
settore, indicano infatti una flessione nelle vendite di Cd e Dvd audio del 6,6%
in volume e del 6,3% in valore (il fatturato mondiale è stato di 12,4 miliardi
di dollari). Questo risultato sarebbe dovuto in massima parte alla diminuzione
del prezzo medio e alla masterizzazione e al download illegali.
Tuttavia, il mercato globale registra una diminuzione “solo” dell’1,9%. A
limitare i danni ha pensato la vendita di musica digitale online, che, in netta
controtendenza, è passata dai 220 milioni di dollari fatturati nel primo
semestre 2004 ai 790 milioni dei primi sei mesi del 2005. Il che si traduce a un
contributo attorno al 6% nel giro d’affari mondiale del settore musicale, che si
è attestato a 13,2 miliardi di dollari contro i 13,4 della prima metà dello
scorso anno. Precisiamo che la rilevazione effettuata dall’Ifpi comprende anche
i download di brani tramite telefoni cellulari e delle melodie ma non delle
suonerie. Il Paese con il maggior numero di “scaricatori” di musica sono stati
gli Stati Uniti, con 159 milioni di download, ma la crescita maggiore si è avuta
in Giappone con un +96%, per un fatturato globale di 133 milioni di dollari.
Nonostante i valori assoluti, Ifpi si mostra abbastanza soddisfatta dei
risultati raggiunti, perché ritiene che le previsioni per l’anno in corso
indichino il raggiungimento del medesimo giro d’affari del 2004. E se si
riuscisse a ottenere una crescita piatta anche nel 2006 vorrebbe dire che è in
atto un’inversione di tendenza che porterebbe a presupporre per il 2007 un
valore positivo. Ovviamente tutto il merito spetterebbe alla nuova modalità di
acquisto della musica digitale, favorita dalla sempre più elevata diffusione di
player portatili e di cellulari 3G.
Tali ipotesi però sono strettamente legate all’efficacia della lotta alla
pirateria, la quale nel primo semestre 2005 ha causato perdite superiori al 5%
del giro d’affari globale.
In Europa, l’andamento delle vendite di musica è stato piuttosto
differenziato, con paesi come Inghilterra e Germania dove si sono avute
diminuzioni del 4% e del 5,8% in valore e Francia dove c’è stato un aumento del
7,5% in volume. La regina delle crescite è però la Russia dove si è
registrato un +21,2% in valore, risultato dovuto alla transizione in atto dalle
cassette ai Cd.
Con il suo fatturato di 278 milioni di dollari, l’Italia è attualmente il
sesto Paese nella graduatoria del commercio di musica mondiale, ma i dati
mostrano che da noi il settore sta vivendo un deciso declino: -8,4% in valore e
-12,3% in volume. Per la cronaca, nei primi sei mesi del 2005 il disco più
venduto in Italia è stato “It’s time” di Michael Bublé.
Per tentare di ravvivare l’interesse degli acquirenti verso Cd e Dvd audio le
major le stanno provando un po’ tutte. Ultima in ordine di tempo è la
disponibilità da parte di Sony- Bmg del Dual Disc, un supporto ottico che da un
lato è un normale Cd e dall’altro un Dvd che contiene le stesse tracce audio in
formato enhanced stereo più alcuni contenuti speciali, come clip video,
backstage, immagini, interviste, discografia, biografie o testi. Il banco di
prova del Dual Disc sono stati gli Usa, dove è stato messo in commercio in
primavera ha avuto un certo successo. Vedremo come andrà in Italia.
Un’occasione per avere dettagli ulteriori sul mercato del nostro Paese e su
come noi abbiamo approcciato la vendita online si avrà a Smau dove si terranno
due convegni con tema, rispettivamente, l’acquisto di musica via Internet e il
file sharing.