La metodologia di Compuware per testare il software

Convinta che lo sviluppo di soluzioni debba fin dall’inizio prevedere una serie di verifiche per ottenere alla fine prodotti di qualità, la società si propone di affiancare i propri clienti nel raggiungimento dell’obiettivo. Per questo ha realizzato Cars.

 


 


Per gestire il mercato nazionale con maggior flessibilità, Compuware ha diviso in due l’Italia e affidato a Giuseppe Bortolato, in qualità di regional sales director, l’area che fa capo alla sede di Cinisello Balsamo (Milano), mentre Massimo Zompetta, con lo stesso ruolo, gestisce l’area che riporta a Roma. I due uffici lavorano in modo coordinato, in quanto condividono le risorse tecniche e amministrative, ma gestiscono mercati verticali diversi. "Questa decisione – ci spiega Bortolato – è nata dalla considerazione che i settori, che fanno capo alle due aree, sono, di fatto, abbastanza diversi: al Nord oggi c’è una maggior presenza di banche e assicurazioni, mentre il Sud è caratterizzato da una concentrazione di Pubblica amministrazione e telco. Anche se non è voluto, questo fatto ci ha portato a specializzarci di fatto nei diversi mercati e a seguire i clienti con maggior flessibilità. L’area tecnica, invece, ha un unico responsabile, Andrea Nava, che coordina i due team presenti sia a Milano che Roma".

La "non qualità" ha un costo


La specializzazione di Compuware, presente da trent’anni sul mercato, di cui 20 in Italia, si concentra nell’ambito dei test delle applicazioni. "L’obiettivo – sottolinea Bortolato – è quello di mettere i nostri clienti, che possono essere utenti finali, terze parti o software house, nelle condizioni di rilasciare un software di maggior qualità. Offre, infatti, strumenti di sviluppo, verifica controllo, collaudo e misurazione che seguono tutto il ciclo di vita del software, da quando nasce a quando va in produzione. Consentono, quindi, a chi opera in quest’ambito, di rilasciare alla fine un prodotto di qualità. Di nuovo oggi abbiamo portato avanti il concetto di "disciplina" che siamo riusciti a trasferire nella soluzione Cars, acronimo di Compuware Application Reliability Solution. Il test è una cosa molto importante, che tutti riconoscono debba essere fatto nel corso dello sviluppo del software, ma che in pochi riescono a fare in modo efficace. Alla fine i tempi lunghi di realizzo di una soluzione, sommati alle esigenze di dover rilasciare velocemente il prodotto, fanno trascurare questa verifica". Con Cars la società ha fatto tesoro di questo tipo di problematica e, se il cliente decide di effettuare il test per lo sviluppo software, ha istituito un sistema che in un certo senso "lo obbliga" a seguire il procedimento di testing fase dopo fase, senza rischiare di arrivare alla fine con problemi non risolti. Cars è una combinazione di prodotti, esperienza e metodo. I prodotti sono quelli di Compuware, adattati in modo tale per far sì che possano lavorare coordinati e controllati dalla soluzione di workflow, mentre il metodo è stato preso dai laboratori che la società possiede in Usa. "Ci siamo, infatti, accorti che per rilasciare un software di qualità occorreva lavorare con una certa disciplina fin dall’inizio, per cui abbiamo industrializzato e ingegnerizzato il metodo che oggi proponiamo ai clienti", spiega Bortolato. Secondo Compuware, dunque, se un’azienda vuole sviluppare software di qualità, deve seguire un approccio di un certo livello e quindi "costringere" le sue persone a seguire la metodologia e i test necessari. "Va inoltre sottolineato – osserva Bortolato – che i nostri stumenti non portano ritardi nello sviluppo, in quanto evidenziano già in fase di costruzione gli errori ai quali si può ovviare per tempo. Lo sbaglio che tanti fanno è quello di effettuare il test alla fine, per cui se trovano degli errori devono ritornare indietro e qui sì che perdono tempo".


"Il nostro approccio – spiega a sua volta Zompetta – è quello di minimizzare l’impatto tecnologico. Questo concetto ha due valenze: possiamo da un lato prendere in carico da parte del cliente tutto l’aspetto del test e quindi fare una sorta di outsourcing o dall’altro lato effettuare un know how transfer all’azienda e lasciare alle proprie figure tecniche tutti gli strumenti per poi operare. Bisogna far capire ai clienti che la "non qualità" del software ha dei costi superiori agli strumenti necessari per realizzarlo invece in modo ottimale. I clienti finali a cui proponiamo i nostri prodotti sono quelli che hanno una forte attività di sviluppo o di integrazione di pacchetti software, come per esempio i grandi gruppi finanziari, le telco o anche i grandi enti statali. In particolare, proprio nell’ambito della Pa è in atto un aumento dell’attenzione verso i servizi di qualità, in base anche alle linee guida definite dal ministro Lucio Stanca, che mettono in primo piano la soddisfazione del cittadino. Nostri clienti possono anche essere le software house e le aziende medie, quelle, per esempio, che utilizzano Sap e hanno la necessità di sviluppare personalizzazioni".


Da un paio d’anni è cambiato l’approccio al mercato di Compuware, in quanto si è aperta al mondo del canale per aumentare la propria massa critica. Pertanto oggi opera con due tipologie di partner: da un lato i grandi system integrator, di livello internazionale e nazionale, con i quali approccia i grandi clienti, dall’altra i partner locali che vengono utilizzati da Compuware per le loro specifiche competenze di mercato. Tutti i partner commerciali sono certificati e attualmente Uniteam e la prima in Italia a essere certificata per Cars.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome