Sembra quasi incredibile che la Apple che ha appena fatto registrare una crescita di quasi 11 punti in una sola seduta di Borsa, sia la stessa che neanche due anni fa tutti davano per spacciata, con un titolo che valeva un quarto rispetto a oggi. Nella …
Sembra quasi incredibile che la Apple che ha appena fatto registrare una
crescita di quasi 11 punti in una sola seduta di Borsa, sia la stessa che
neanche due anni fa tutti davano per spacciata, con un titolo che valeva un
quarto rispetto a oggi. Nella giornata di ieri Apple ha chiuso a 96,75
dollari sull’onda di un lusinghiero "report" firmato da Gillian Munson,
analista di Morgan Stanley Dean Witter. La banca d’affari ha tramutato il
suo giudizio sull’azione Apple da "outperform" a "neutral", affermando in
pratica che la casa di Cupertino non è più sopravvalutata, ma che anzi p
uò
ancora crescere fino a un valore di 120 dollari. Per la verità questa
soglia era già stata raggiunta in dicembre e la Munson stempera il suo
ottimismo facendo riferimento al fatto che Apple – contrariamente alle
aspettative – non aveva presentato alcun nuovo prodotto hardware in
occasione del Macworld di San Francisco, la kermesse di inizio gennaio per
tutti i fan della Mela. Eppure Morgan Stanley ha dato ottimi voti alla
linea dei prodotti esistenti, al solido bilancio e soprattutto al
management della società, che appare euforico dall’annuncio di Steve Jobs,
finalmente pronto ad assumersi il ruolo full-time di Chief executive
officer.