La media impresa nel mirino di Symantec

La società ha rafforzato l’area vendita sul fronte storage, mentre nella sicurezza i servizi spaziano dall’intrusion detection alla verifica dell’ambiente

Symantec conferma il suo impegno verso il segmento della media impresa. La
società, che si è “fatta le ossa” nel comparto della
sicurezza per gli utenti privati, ha imboccato la strada del business con le
aziende già oltre un anno fa, con l’acquisizione di Veritas. Oggi,
però, l’obiettivo è di conquistare quote crescenti dell’ampio
mercato delle soluzioni di sicurezza e continuità operativa per le aziende
medie e piccole, con l’ipotesi di affacciarsi (in futuro) all’enterprise.
«Abbiamo sempre avuto soluzioni storage per il mid market – precisa
Marco Riboli, country manager di Symantec Italia – tuttavia, di recente
abbiamo riorganizzato la forza commerciale, sia diretta che di canale, con un
focus dedicato alle Pmi. I commerciali di quest’area hanno competenze
specifiche soprattutto sul mondo Microsoft, che va per la maggiore nelle realtà
di medie dimensioni e noi, pur essendo partiti da soli 6 mesi, abbiamo già
ottenuto risultati significativi. La tecnologia è, di per sé,
molto solida e il marchio Veritas è uno standard di fatto che intendiamo
mantenere
».

Ma la media impresa è anche oggetto delle “attenzioni” della
casa sul fronte della sicurezza. «Per noi security aziendale vuol
dire consulenza
– prosegue Riboli – e questo si traduce, per i clienti,
nella conoscenza del loro ambiente. In quest’area stiamo crescendo moltissimo
e abbiamo ormai diversi clienti che ci hanno scelto come security advisor pur
non avendo in casa i nostri prodotti. Quasi 1/5 delle persone di Symantec Italia,
infatti, è dedicato alle attività di certificazione e assessment
della sicurezza. I clienti ci riconoscono un ruolo di esperti, anche grazie
al contributo dei nostri 40.000 centri che, in tutto il mondo, monitorano l’evoluzione
delle minacce, per arrivare a gestirle in modo proattivo
».
I servizi offerti sono di consulenza pura, spaziando dall’intrusion detection
alla verifica dell’ambiente, per arrivare alla garanzia della conformità
alle normative in materia di trattamento dei dati personali, Sox e Basilea2,
di concerto con system integrator del calibro di Accenture ed Eds, ma anche
con i rivali storici (sul fronte storage) come Hp e Ibm.

«Negli utenti di soluzioni di sicurezza – conclude il manager
-, c’è molta paura, poca competenza e, parallelamente, tanto
desiderio di risolvere i problemi. La necessità di delegare a un esterno,
competente, la gestione della protezione è, quindi, molto sentita. La
nostra strategia, battezzata Security 2.0, si fonda su due pilastri chiave,
rappresentati dalla garanzia della disponibilità del dato e dall’assicurazione
del fatto che la sicurezza non vada a impattare sulle performance delle applicazioni
utilizzate quotidianamente in azienda. La sinergia tra storage e sicurezza risulta,
quindi, fondamentale e, oggi, investe sempre più spesso anche la continuità
operativa. I progetti, all’interno delle organizzazioni, sono infatti
sempre più spesso condotti in tandem da Cio e Cso e il security manager
è quello che si occupa anche di disaster recovery. Ecco perché
intendiamo proporci, oggi e sempre più in futuro, come partner a tutto
tondo, in grado di assicurare ai clienti la reale disponibilità dei dati
in azienda
».

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