La lunga strada della sostenibilità

Da uno studio promosso da BT e condotto dall’Economist Intelligence Unit emerge come la sostenibilità ambientale non sia ancora vista come opportunità economica.

È un dato interessante quello che emerge da uno studio condotto dall’Economist Intelligence Unit e promosso da BT sui programmi di sostenibilità.
Secondo lo studio, nonostante la sostenibilità sia annoverata tra le priorità delle imprese che desiderano una reputazione “ecologicamente responsabile”, l’impatto economico delle strategie eco-sostenibili risulta ancora molto basso.
Il 46% degli intervistati sostiene infatti di aver constatato un incremento del valore del marchio, ma solo un più esiguo 20% ritiene che i programmi di sostenibilità promuovano la redditività.

In estrema sintesi, si fa ancora fatica a trasformare l’obiettivo-sostenibilità in un punto di forza commerciale.
Molti degli interpellati riconoscono però alle proprie aziende comportamenti poco lineari: il 33% ha ammesso che la propria azienda si impegna sul fronte della sostenibilità solo nei mercati dove questo approccio ha un impatto positivo sulla percezione che i clienti hanno della società; analogamente, un altro 31% ha dichiarato che gli sforzi della propria impresa in materia di sostenibilità si concentrano principalmente sulla comunicazione piuttosto che sull’effettivo cambiamento.

Ma non è tutto.
Secondo quanto emerge dalla ricerca, i programmi di sostenibilità spesso non sono gestiti a livello dirigenziale: nel 40% dei casi il responsabile della sfera sostenibilità non ha un referente diretto nel consiglio di amministrazione, mentre nel 23 per cento delle organizzazioni manca un responsabile per questo settore.

Se poi si considera che ancora l“impegno verso pratiche sostenibili” è ritenuto poco rilevante quando si creano alleanze o partnership tra aziende, o quando si valuta un ruolo presso una nuova società, che gli sforzi di un’azienda verso la sostenibilità sono principalmente implementati dal personale dei livelli più bassi piuttosto che dai senior manager e che che l’impegno sul fronte della sostenibilità non contempla pratiche volte a semplificare la gestione dei fornitori e le catene di fornitura, si intuisce come la strada da percorrere sia ancora molto lunga.

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