La legge di Barcellona

Chiuso il Mobile World Congress, qualche riflessione a freddo su cosa è davvero l’evento che nessuno deve perdere.

A meno di una settimana dalla chiusura del Mobile World Congress i temi sono ancora abbastanza caldi per meritare qualche considerazione ex post.

L’evento è uno dei pochi rimasti, secondo forse solo al Ces di Las Vegas, al quale non si può fare a meno di esserci.
Evento da grandi numeri, come dimostrano, prima ancora che i dati ufficiali trasmessi dagli organizzatori, il colpo d’occhio che qualunque visitatore ha entrando in fiera (e non solo nei primi due giorni della manifestazione, ma fino al pomeriggio del giovedì, quando qualcuno comincia per lo meno a sbaraccare le prime suppellettili – ndr), l’affollamento sui mezzi pubblici, l’andirivieni tra i ristoranti e i locali aperti per le tapas di rito.

Qualcuno pensava che anche le delegazioni in visita, soprattutto quelle inviate dai provider e dai Telco, sarebbero state più contenute nei numeri, per lo meno per limitare spese di trasferta eccessive in tempi di crisi.
Evidentemente così non è stato e gli interlocutori sono arrivati tutti e in forze.

Segno, anche questo, non solo della fortuna dell’evento, ma della dinamicità di un settore dalle cui evoluzioni nessuno vuole sentirsi escluso.

Detto questo, a bocce ferme vale sicuramente la pena estrapolare dai tanti annunci dei quattro giorni di manifestazione le linee guida con le quali faremo i conti nei prossimi mesi.

Lte di certo è la parola d’ordine.
Dai carrier ai fornitori di apparati e dispositivi, è comunque un must.
In Italia, dopo l’asta miliardaria di fine anno, le prime sperimentazioni sono partite. Sarà interessante vedere in quanto tempo gli investimenti si tradurranno in offerte, verso quali mercati, con quali proposte.

Device, a seguire. Qui, lo abbiamo scritto anche la scorsa settimana, il limite è di certo la fantasia. L’unico rischio è farsi distrarre dalla bellezza dei dispositivi e far passare in secondo piano tutte le criticità che ancora nel nostro Paese riguardano banda e infrastrutture.

Processori, poi. Vanno di pari passo con i dispositivi e preludono ad applicazioni sempre più sofisticate e, nel contempo, “demanding”. La parola d’ordine in questo caso è Tecra 3 e sembrano davvero lontani i tempi in cui ci si domandava che senso avesse un processore da 1 GHz su un telefono.

Over The Top, per chiudere.
Sono loro i veri protagonisti dell’esplosione mobile in tutto il mondo. Servizi, applicazioni, social networks: tutto in mobilità.
Qualcuno, però, comincia a fare i conti con tematiche critiche, che vanno dall’impiego di banda alla infrastruttura di supporto.
Senza clamore passa il concetto che le tariffe flat non siano un dogma, mentre l’idea di chiedere agli Ott qualche forma di partecipazione alle spese è più di un sentore.
Sarà bene non lasciare all’angolo la net neutrality.

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