La J.Soft Spa che sarà nei pensieri di Cg

Ne parla Paolo Castellacci che assieme ai soci si è aggiudicato il distributore per 3.5 milioni di euro Per il 2004 la nuova Spa punta a un giro d’affari di 40 milioni

Febbraio 2004, Non è stata un’operazione finanziaria, ma una
mossa che segue un preciso piano industriale. Lo chiarisce subito Paolo
Castellacci
, presidente di ComputerGross, quando lo incontriamo per
approfondire la notizia sulla acquisizione di J.Soft. Che si è aggirata
attorno ai 3.5 milioni di euro. Un quarto in meno di quanto Algol aveva preventivato
la scorsa estate. «Allora anche noi eravamo in corsa – ricorda
Castellacci -, ma avevamo proposto 7 milioni di euro». Alla fine
(e con le traversie subite negli ultimi mesi dal gruppo Opengate) il risparmio
è marcato, ma la scommessa è far ritornare a essere competitiva
un’azienda che è da diversi mesi fuori dal mercato. E Castellacci, assieme
ai soci Maurizio Desio e Umberto Daniele ne
sono più che consapevoli.
Comunque il piano industriale è schietto: «Chi ha comperato
fino a ieri in J.Soft non compera prodotti Ibm»
.
Quindi, il potenziale di crescita è forte. E ha allettato anche due realtà
che nell’acquisizione di J.Soft sono entrati in minoranza: Brain Technology
(capitanata da Stefano Ferraro) e la Leader di Virgilio Bixio.
Anche loro erano in corsa per strappare l’affare ad Algol e alla fine Castellacci
li ha tirati dentro fiutando la complementarietà: area consumer e Soho
non solo per i prodotti a catalogo J.Soft, ma anche per tutto il listino ComputerGross.
Ibm (nuovamente) in primis.

Organigramma e posizioni
Intanto, Claudio Antoniotto è stato riconfermato a capo
di J.Soft. Castellacci prevede che possa addirittura prendere una piccola partecipazione
all’interno della nuova Spa che si è costituita sulle ceneri delle attività
della Srl.
Senza troppi ghirigori il presidente di ComputerGross riporta una frase detta
dallo stesso Antoniotto, che appare illuminante: «Il padrone sono
io
(ha affermato Antoniotto – ndr), i proprietari voi».

Così come è stato confermato Antonino Gazzella
a capo della direzione commerciale. Qualcun altro, invece, ha gettato la spugna
ed è andato alla concorrenza. La cosa sembra essere fisiologica in queste
circostanze. Ma da quando Castellacci e soci erano in corsa per acquisire J.Soft?
Lui risponde: «A me è sempre piaciuta come realtà. È
molto simile a noi»
. Di fatto anche le strade di ComputerGross e
J.Soft si sono intrecciate più volte nei tempi passati. Sin da quando
faceva parte di Chs. Poi, prima di arrivare a mettere le mani sulla sede di
Agrate (location attuale del distributore di software) ComputerGross aveva economizzato
l’acquisizione di un’altra realtà simile a J.Soft e una volta appannaggio
di Chs: Metrologie Spagna. E difatti ComputerGross, da due anni a questa parte,
ha una sede a Madrid che è quella di Compumedi (in società con
El Corte Ingles, la grande catena di magazzini spagnola). Piccolo particolare
la filiale iberica nel 2003 ha portato nella casse del distributore toscano
34 milioni di euro. Non male per essere un’attività collaterale.
E 40 milioni di euro sono le previsioni di fatturato di J.Soft per quest’anno.
Per il momento i conti economici delle due aziende rimarranno separati, ma Castellacci
non nasconde che in futuro ci potrebbe essere un consolidamento. Pensa alla
Borsa? «Mah – risponde il presidente -, con l’affare Parmalat
se prima non era il caso di pensare alla quotazione ora è anche peggio,
ma non si sa mai»
.
Intanto, la focalizzazione sul software, per lo più Microsoft, rimane.
La stessa offerta che ComputerGross ha in catalogo da qualche mese come distributore
ufficiale e che manterrà intonsa, senza regalare niente a nessuno.
Insomma: saranno soci ma… concorrenti. Castellacci dice che va bene così,
che la concorrenza fa sempre bene: «Noi li aiuteremo dal punto di
vista finanziario e di marketing. Al resto ci penseranno da soli»
.

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