La gestione delle risorse distribuite passa dai grid service

Nata nei centri di calcolo universitari e nei laboratori di ricerca, la tecnologia a “griglia” sta trovando applicazione anche all’interno delle imprese. La creazione di standard ne accelererà l’uso, spingendo questa architettura nella direzione dei servizi.

 


Dopo essere stato relegato per anni nei centri di calcolo universitari, il grid computing sta finalmente accedendo all’interno delle aziende, offrendo benefici di ottimizzazione tramite il mutuo supporto delle risorse, anche applicative. Un limite alla diffusione dei servizi grid è, però, rappresentato dagli standard, ancora poco supportati dai fornitori di tecnologia, seppure siano già a un certo livello di maturità. Da tempo il Global grid forum (Ggf) sta, infatti, lavorando alla loro definizione e di risultati concreti ne sono già stati raggiunti. Tra i maggiori spicca l’Open grid services architecture (Ogsa), un’architettura integrata nella versione 3.0 di Globus Toolkit di Globus, un’alleanza open source composta da università americane ed europee. L’architettura Ogsa si appoggia ampiamente sulla tecnologia Web service già disponibile, che, proprio in associazione al grid computing, permette di sviluppare quelli che sono ormai noti come servizi grid. Attualmente il documento che descrive questi ultimi, l’Open grid services infrastructure (Ogsi), è in stato di "proposed recommendation". Pubblicato il 27 giugno 2003, è entrato nei 24 mesi previsti per l’analisi sul campo della validità degli standard.

Il supporto di Sun


Tra i sostenitori dell’Ogsa spiccano i nomi dei maggiori fornitori di tecnologia, primo fra tutti quello di Sun. La società californiana è membro attivo del Ggf fin dalla sua fondazione e sta lavorando da tempo alla definizione di Api comuni. "Attualmente stiamo assistendo a evoluzioni incoraggianti – ha precisato Enrico Brunero, senior Product manager, Server Products di Sun Microsystems Italia -, a uno sforzo comune per allinearsi a standard aperti in modo da facilitare l’interoperabilità di ambienti di produzione, soprattutto di tipo enterprise".


In termini di offerta, la società ha già in progetto l’integrazione di Sun Grid Engine con Globus 2.x, mentre sta ancora lavorando ad alcuni prototipi per Globus Toolkit 3.0. "Clustering avanzato e grid vero e proprio sono per noi realizzazioni più o meno complesse, basate su un’architettura comune – ha continuato Brunero -. Proprio in funzione di questa complessità Sun identifica tre livelli di grid: il primo è il cluster grid; il secondo è l’enterprise grid; il terzo, infine, è rappresentato dal global grid. L’entusiasmo per il global grid è soprattutto evidente nel mondo della ricerca, mentre notiamo che, in ambito commerciale, le richieste delle aziende sono maggiormente compatibili con le altre due soluzioni, più indicate per risolvere problematiche puntuali e concrete".


Una stretta parentela è, infine, rilevata da Sun tra Web e grid service. "I Web service, in particolare con le applicazioni legate al Portal Server, integrano i servizi di grid – ha concluso Brunero -, fornendo servizi aggiuntivi, ma sostanziali, come il single sign on e i servizi di identificazione".

Una valenza strategica per Hp


L’architettura grid rappresenta una componente fondamentale della strategia Adaptive Enterprise di Hp, che nell’elaborazione condivisa vede la possibilità di offrire alle aziende maggiore agilità e vantaggi economici. La società, Platinum sponsor dell’Open grid forum, ha recentemente presentato i propri piani nell’ambito delle tecnologie infrastrutturali enterprise, dedicando ampio spazio proprio al grid computing. "Hp intende supportare le aziende nella semplificazione dell’utilizzo e della gestione delle risorse It distribuite – ha affermato Sergio Poletti, business manager High Performance Technical Computing di Hp Italiana -, integrando gli standard dedicati al grid nei prodotti enterprise. In particolare, per quanto riguarda l’integrazione con Ogsa e Globus Toolkit, la società supporta già pienamente le versioni 2.4 e 2.4.3 e sta lavorando attivamente per il supporto della versione 3.0 in tutte le sue piattaforme Os". In sostanza, l’impegno a rendere i sistemi It compatibili con l’architettura grid significa che nell’arco dei prossimi anni i prodotti Hp (dai palmari, alle stampanti e dai Pc fino agli storage array) saranno tutti in grado di collegarsi a una griglia per rendersi disponibili come risorsa. "Come punto di partenza per la realizzazione di un’interfaccia di gestione standard per tutte le risorse e tutti i servizi – ha continuato Poletti -, siamo attualmente impegnati nella formalizzazione del Web Services Management Framework (Wsmf), un’architettura logica per la gestione di risorse come Web service e grid service recentemente sottoposta al Web Services Distributed Management Technical Committee dell’Oasis". Secondo i piani, il Wsmf sarà presto integrato in OpenView e posto al centro degli strumenti che garantiscono l’interoperabilità dei servizi grid. "Proprio facendo leva sulla piattaforma OpenView – ha puntualizzato Poletti -, Hp conta, infatti, di estendere le capacità del software fino ad attivare una risposta immediata da parte delle risorse It nel contesto dei Web service o dei grid service".


Secondo la visione di Hewlett-Packard, i servizi grid rappresentano un layer tecnologico sottostante i Web service "così come le infrastrutture di computing o di networking sono un layer sottostante ai sistemi di gestione o di service assurance – ha concluso Poletti -, per cui riteniamo i grid service una serie di applicazioni distinte dai Web service, per i quali in futuro potrebbe esserci un’evoluzione nei metodi e nelle interfacce per gestire risorse di elaborazione distribuita".

Il sostegno di Ibm


Platinum sponsor member del Global Grid Forum, an-


che Ibm contribuisce al Ggf partecipando attivamente ai suoi working group. "Attualmente la società vende già il Grid Toolbox 3 – ha puntualizzato Mauro Gatti, Emea eServer xSeries Solution Architects di Ibm Italia -, che fra l’altro contiene un’implementazione di Ogsi sviluppata da Globus Project, e utilizza WebSphere Application Server Express come hosting and development environment. Il Gt3, però, può essere usato solo su Linux/Intel e Aix, anche se è già pronto un piano per il suo porting sulle piattaforme Linux/p,i,z-Series e Os/400. Inoltre, la prossima versione di WebSphere potrà essere usata come hosting environment per sviluppare ed eseguire servizi grid, nel senso delle specifiche Ogsi". I grid service, come descritti dalle specifiche dell’Open grid services infrastructure, sono Web service conformi a un insieme di convenzioni che stabiliscono come un client debba interagire. "Queste estensioni rendono possibile immagazzinare informazioni sullo stato del servizio, gestendone l’arco di vita – ha continuato Gatti -. Se le estensioni al Web services description language descritte nelle specifiche dei grid service fossero assunte al suo interno, questo dovrebbe essere considerato un grande successo per i grid service. È importante, però, sottolineare che Ogsa contiene componenti che vanno ben oltre le specifiche Ogsi. Per esempio, tutte le problematiche inerenti alla creazione dei cosiddetti "Data grid" è affrontata in Ogsa, ma è estranea al dibattito sui Web service".

La cautela di Oracle


Convinta che la tecnologia grid debba essere aperta e interoperabile, Oracle sta lavorando attivamente con il Global grid forum allo sviluppo di standard. La società è, però, certa che la diffusione di questa tecnologia non sarà immediata. "Il timeframe per la diffusione del grid computing per il business è da considerare nell’orizzonte dei 5/6 anni – ha sottolineato Guido Accardi, Oracle Technology marketing manager di Oracle Italia -. Questo non solo per la difficoltà di far accettare alle aziende i concetti e i vantaggi di questa tecnologia, ma anche per la parziale immaturità degli standard".


La società ha comunque già rilasciato una versione del Globus Toolkit mirata per il proprio stack tecnologico, integrandola in Oracle Globus Development Toolkit con alcune componenti Oracle che ne fanno un prodotto pronto per l’uso e scaricabile gratuitamente dal sito Oracle Technology Network. "Anche se, come accennato, il grid nella sua accezione più ampia, ha ancora diversi passi da compiere – ha continuato Accardi -, alcuni concetti di questa tecnologia possono fin da ora essere applicati in azienda per la costruzione di quello che chiamiamo enteprise grid, ovvero l’uso coordinato di un pool di risorse centralizzate che viene virtualizzato e si comporta come se fosse un’unica entità. Oracle 10g permette fin da ora tutto questo e la tecnologia di clustering avanzato di Oracle, Oracle Real Application Cluster 10g, è una delle componenti che lo rendono possibile". In ottica Oracle, la tecnologia dei Web service si dimostrerà senza dubbio utile per il grid computing. "I servizi Web sono un meccanismo di comunicazione ben definito – ha concluso Accardi – e Oracle dispone di un’offerta completa per i Web service, in grado di supportare facilmente la tecnologia grid. Ma è importante anche realizzare che i Web service non sono che una delle interfacce con cui le entità costituenti un grid possono comunicare".

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome