La fibra delle multi utility

Sono circa 420.000 le utenze a cui Enìa, multiutility presente nelle provincie di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, eroga il gas e altrettante quelle attive per le forniture idriche; 120.000 sono gli allacci per l’energia elettrica e più di 110 i comuni …

Sono circa 420.000 le utenze a cui Enìa, multiutility presente nelle provincie di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, eroga il gas e altrettante quelle attive per le forniture idriche; 120.000 sono gli allacci per l’energia elettrica e più di 110 i comuni che ricorrono ai servizi di igiene ambientale. Un bacino di utenza di circa 1,2 milioni di abitanti.i L’It, dunque, è chiamata a garantire il pieno supporto senza possibilità di errori o interruzioni.

«Oltre a essere cuore di tutti i sistemi amministrativi e contabili, l’It è il motore di una serie di sistemi critici», spiega Piero Cornaglia, direttore Ict di Enìa, motivo per cui la sala operativa è dotata dei più recenti sistemi di ridondanza e monitoraggio, a cui fa capo la rete di distribuzione sul territorio, attiva 24×7. «In riferimento alla rete di impianti, sedi e uffici locali, una delle prime esigenze è stata la necessità di connettere tra loro le varie strutture – prosegue Cornaglia -. Inizialmente ci siamo appoggiati a fornitori di Tlc, ma nel tempo, in virtù dei frequenti scavi destinati alle tubazioni e alle reti elettriche, abbiamo avviato in parallelo la posa di fibra ottica, realizzando canali di comunicazione di proprietà». Cavalcando l’onda del Piano Telematico 2002-2005 della Regione Emilia Romagna, Enìa ha, quindi, iniziato a godere dei vantaggi della banda larga. «Il progetto, che prevedeva la collaborazione tra Regione e aziende municipalizzate nella realizzazione, cofinanziamento e comproprietà della rete broadband, ha reso disponibili oltre 1.200 km di cavo ottico, posati tra sette pop primari e diciassette secondari». A spingere Enìa in questa direzione sono stati principalmente l’esigenza di migliorare la comunicazione interna (fonia/dati) tra sede, impianti e così via, e di sviluppare business alternativi verso i territori.

Un’impostazione strategica che ha richiesto l’adozione di strumenti in grado di garantire elevate prestazioni.

«Dopo un’iniziale analisi comparativa su funzionalità, costi e supporto sul territorio, abbiamo deciso di ricorrere a Extreme Networks – racconta Cornaglia – il cui partner Mead Informatica ci ha supportato nell’estensione dell’infrastruttura al territorio appenninico di tutte e tre le provincie, servite tramite il wireless». Di recente, sono stati anche adottati gli apparati di fascia alta BlackDiamond 12000 per innalzare il livello di servizio e aggiungere flessibilità all’infrastruttura, essendo in grado non solo di «instradare il traffico, ma anche di applicare funzionalità logiche come per esempio la priorità – precisa il manager -. Al momento di procedere con l’ultimo intervento, abbiamo valutato ipotesi alternative tra cui un upgrade a parità di tecnologie, un cambio totale o un compromesso: salvaguardare l’esistente in collaborazione con un nuovo partner. Dalle considerazioni in termini di competenze e funzionalità abbiamo nuovamente optato per il medesimo fornitore». Una scelta che guarda anche il percorso di integrazione tra Enìa e Iride, la mutiutility di Torino e Genova, ormai alle battute finali. «Ci troveremo di fronte alla necessità di allineare le rispettive infrastrutture, ma l’aver innalzato il livello di servizio della nostra rete dovrebbe semplificare il processo», conclude Cornaglia.

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