La fattura elettronica si ripaga in meno di un anno

Secondo il Politecnico di Milano i risparmi vanno dal 65% all’85% a seconda del settore

La fatturazione elettronica nelle aziende è un mondo complesso e tutt’altro che monolitico, in cui è possibile identificare almeno una decina di modelli, classificabili sinteticamente in due classi principali: la prima comprende i modelli di fatturazione elettronica “in senso stretto”, quindi tutte le soluzioni volte a digitalizzare e automatizzare il processo che va dalla creazione della fattura all’archiviazione della stessa e che include modelli di sola conservazione sostitutiva o modelli di fatturazione elettronica vera e propria (ossia con accordo tra le parti, secondo quanto prescritto dalla legge).

La seconda classe comprende i modelli di fatturazione elettronica “in senso ampio” o di integrazione e dematerializzazione del ciclo ordine-pagamento (o ciclo dell’ordine per semplicità), in cui il dominio di analisi è allargato all’intero processo logistico-commerciale e amministrativo-finanziario – dalla creazione dell’ordine alla chiusura del ciclo dei pagamenti e delle annesse riconciliazioni.

L’analisi è della School of management del Politecnico di Milano che in uno dei suoi consueti Osservatori ha esaminato l’avanzamento lavori della fattura elettronica nelle aziende.
“Le evidenze più forti e originali – afferma Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio Fatturazione elettronica e dematerializzazione – derivano dalla stima della redditività dei progetti. Il tempo di payback risulta generalmente inferiore all’anno per tutti i modelli di fatturazione elettronica e per tutti i livelli di attività amministrativa (anche medio-bassi), con pochissime eccezioni relative ai paradigmi a impatto locale nelle piccole aziende. I benefici, nel caso in cui si ricorra alla completa integrazione e dematerializzazione del ciclo, vanno dai circa 25 € per ciclo, nel settore farmaceutico, agli oltre 70 € per ciclo, nel settore degli elettrodomestici, corrispondenti ad una riduzione percentuale del costo iniziale che va dal 65% all’85%, a seconda del settore”.


Questi benefici possono rappresentare da qualche decimo di punto percentuale sino a circa un punto percentuale del fatturato in funzione del settore e della tipologia di azienda. Considerando che in molti settori le filiere possono essere lunghe e articolate – comprendendo quindi molteplici relazioni cliente-fornitore nel passaggio dalle materie prime alla distribuzione del prodotto finito – il valore che può derivarne per gli attori della filiera e per i consumatori finali è notevole.


Il valore attualizzato netto dell’investimento (una misura del valore complessivamente ottenibile dal progetto nell’arco della sua vita utile sottratti gli investimenti iniziali e i costi di gestione) è praticamente sempre positivo nei dieci anni, con valori che variano però dalle decine di migliaia di euro per progetti di sola conservazione dell’attivo in aziende con attività amministrativa relativa a meno di 5.000 fatture all’anno, a diverse decine di milioni di euro per progetti di più piena integrazione e dematerializzazione del ciclo ordine-pagamento in aziende ad elevata attività amministrativa, cioè più di 250.000 cicli ordine-pagamento, e quindi anche fatture, all’anno.

Il valore dei progetti, misurato sia in termini di benefici sia di valore attualizzato netto, è di almeno un ordine di grandezza superiore per i progetti di integrazione dell’intero ciclo ordine-pagamento rispetto ai progetti più circoscritti, a parità di dimensione aziendale. I benefici legati alla riduzione dei costi di gestione delle non conformità e alla riduzione delle attività di interfaccia a basso valore aggiunto si possono cogliere solo grazie all’integrazione orizzontale (tra fasi) e verticale (di filiera). In relazione al grado di adozione a oggi di queste soluzioni in Italia, dai risultati della Ricerca emerge che la fatturazione elettronica, nelle sue varie accezioni, è ancora un fenomeno poco diffuso che riguarda meno di un’azienda su dieci, se consideriamo anche le soluzioni più elementari, e meno di una azienda su trenta, se consideriamo solo le soluzioni più integrate.

Due sono i “cluster” principali di applicazioni: da un lato il mondo Edi – storicamente focalizzato sullo scambio elettronico dei documenti del ciclo logistico-commerciale – che cerca di integrarsi e recepire le logiche della fatturazione elettronica, e dall’altro lato il mondo delle più recenti applicazioni di conservazione sostitutiva, in forte crescita, che fa fatica però a recepire le logiche dell’integrazione di processo. Sono purtroppo pochissimi gli esempi di modelli di fatturazione elettronica “maturi”, ossia improntati alle logiche di integrazione precedentemente evidenziate e quindi capaci di cogliere appieno il valore.

Alla luce di un valore potenziale importante e un grado di adozione ancora modesto, cosa “frena” quindi l’adozione più diffusa e matura dei modelli di fatturazione elettronica? Oltre alle barriere “esterne” normalmente addotte come ragioni di freno – quali normativa, mancanza di uno standard unico, clienti e fornitori non pronti, ecc. – è importante sottolineare anche le barriere “interne: si tratta innanzitutto di una sostanziale mancanza di consapevolezza da parte del management delle organizzazioni, e soprattutto da parte dei top executive, del significato di fatturazione elettronica in senso ampio – integrazione e dematerializzazione del ciclo ordine-pagamento – e del valore legato ai progetti di fatturazione elettronica.

A questo si aggiunge una resistenza alla gestione per processi, nonostante una consapevolezza progressivamente crescente nella letteratura e nella cultura aziendale dell’importanza di una tale visione. Da ultima va evidenziata una resistenza, ancora più forte della precedente, alla collaborazione di filiera – con fornitori, clienti e provider di servizi – in base alla quale non si riconosce la dipendenza sempre più significativa delle proprie prestazioni dalle prestazioni degli altri attori, soprattutto nelle supply chain complesse e articolate.

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