La fattura elettronica è ok. Soprattutto se completa

Payback e stime sulla riduzione dei costi nell’indagine della School of management

La fatturazione elettronica va bene a patto che venga utilizzata nella sua accezione più ampia e non come mero documento da avere online piuttosto che sul cartaceo.


Il messaggio che Alessandro Perego, docente della School of management, Sofm, del Politecnico di Milano, lancia da Smau è molto chiaro. E per renderlo comprensibile a tutti parte dalla definizione di fattura elettronica per approdare ai costi validati dai contatti con le aziende con le quali la Sofm ha verificato la sua indagine.


In senso ampio la fatturazione elettronica, spiega Perego, è paradigmatica della più ampia integrazione e dematerializzazione del ciclo ordine-pagamento. Integrazione significa che il ciclo è gestito come un unico processo integrato, mentre la dematerializzazione prevede che i principali documenti del ciclo dell’ordine siano prodotti, scambiati e conservati esclusivamente in formato elettronico.


I modelli di fatturazione elettronica sono numerosi e hanno una differente complessità organizzativa e impatto sul ciclo dell’ordine con un diverso coinvolgimento dei partner. Si passa dallo scambio unilaterale di ordine e fattura che significa una bassa copertura del ciclo e comporta un ridotto livello di integrazione con i partner fino alla completa integrazione e dematerializzazione con copertura totale del ciclo e elevato livello di coinvolgimento con i partner dell’azienda e relativo coinvolgimento di vari attori lungo la filiera.


Attualmente la conservazione dell’attivo, l’integrazione del ciclo ordine-fattura e l’integrazione dei pagamenti/incassi sono, come dice Perego “i paradigmi più diffusi” con buone possibilità di crescita per la digitalizzazione e conservazione del passivo. “Sono numerosi – spiega il docente della Sofm – i progetti di integrazione, spesso focalizzati su un unico ambito applicativo, e pochi quelli estesi all’intero ciclo ordine-pagamento, mentre è forte l’interesse ad avviare nuovi progetti nell’ambito della conservazione sostitutiva e restano pochissimi i progetti di fatturazione elettronica pura”.


Le barriere all’adozione dei differenti progetti di fatturazione sono di due tipi esterne e interne. Quelle esterne riguardano la normativa (per la quale esiste l’esigenza di una sua semplificazione) e gli standard (con la necessaria valorizzazione di quelli esistenti), mentre per quelle interne si parla soprattutto di consapevolezza dei vantaggi, sulle resistenze alla gestione e le resistenze alla collaborazione.


Efficienza, produttività, miglioramenti anche dell’immagine aziendale sono i principali benefici individuati dal Politecnico che aggiunge anche delle percentuali sui risparmi per alcuni settori. In quello degli elettrodomestici si sfiora l’80% di riduzione del costo del ciclo utilizzando la completa integrazione e dematerializzazione. L’80% viene raggiunto nel largo consumo e nel settore del materiale elettrico, mentre nel farmaceutico si scende al 65%.


Per quanto riguarda invece la riduzione assoluta si passa dai 75 euro degli elettrodomestici ai 25 del farmaceutico con valori intorno ai cinquanta euro per gli altri due settori.


La ripartizione dei benefici, aggiunge Perego, è equilibrata con l’attore meno avvantaggiato che, anche quando i rapporti di forza sono più sbilanciati consegue almeno un terzo dei benefici complessivi.


La School of management ha voluto però andare oltre e, sempre con la collaborazione delle aziende e organizzazioni di settore, ha stimato il tempo di payback, quanto ci vuole ad aziende di dimensioni differenti per ripagarsi l’investimento. Partendo da un numero annuo di fatture di 5.000, 25.000 e 250.000 è stato stimato un payback che va da sei mesi a 3,9 anni solo per le piccole aziende che si indirizzano verso lo scambio unilaterale delle fatture. La completa integrazione e de materializzazione, che rimane la strada consigliata da Perego, dice che il payback per la piccola azienda è di sette mesi, cinque per la media e quattro per quella di maggiori dimensioni.


Il Net present, in sostanza quanto si riducono i costi, sempre per il procedimento completo va da 36,5 euro per la piccola impresa, 39 per la media e 40,9 per la più grande.

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