La famiglia italiana ha voglia di tecnologie

In sette anni il numero di utenti di computer nelle case si è moltiplicato per 6, di telefoni cellulari per 25 e di Internet addirittura per 100. Ma secondo Anie e Federcomin il governo dovrebbe fare di più per dare all’Ict il ruolo centrale che meriterebbe

7 febbraio 2003 Le nuove tecnologie si fanno sempre più strada
nelle case degli italiani. Che danno un esempio a tutti i settori della nostra
economia. “Se pubblica amministrazione, scuola e terziario privato avessero
la stessa voglia di tecnologie dimostrata
dalle famiglie, l’Italia sarebbe
quasi un paese d’avanguardia”. Lo dice il rapporto “E-family in
Italia”
commissionato dalle due associazioni Anie e Federcomin
a Niche Consulting.
Bastano alcuni dei dati
contenuti nel volume, scaricabile integralmente da www.federcomin.it , per dare un’idea di ciò che è avvenuto dal 1995 al 2001. In questo periodo il numero di utilizzatori di personal computer nelle case si è moltiplicato di sei volte, quello dei telefoni cellulari di venticinque e quello di Internet addirittura di cento volte.

Una spesa di 17,3 miliardi di euro
L’anno scorso le famiglie italiane hanno speso 17,3 miliardi di euro per acquistare e usare nuovi prodotti o servizi, ossia più di mille euro a famiglia. Se consideriamo che nel 1995 la spesa era di appena 2 miliardi di euro, ne risulta un tasso di crescita medio composto annuo per i consumi informatici delle famiglie del 36%.
Nel 2002 queste hanno acquistato/sottoscritto 1,9 milioni di abbonamenti a cellulari, 1,3 milioni di lettori di dvd, 1,2 milioni nuovi personal computer, 850mila abbonamenti a pay tv, 590mila collegamenti a Internet, 409mila contratti di telefonia a larga banda e 340mila console per giocare.
Oggi nell’83% delle case italiane esistono abbonamenti a telefoni cellulari e in queste famiglie gli utenti sono in media 1,89. Quelle che hanno un personal sono il 46% e in ogni famiglia di questo tipo gli utenti esistono in media 1,13 computer. Il 29% possiede un collegamento a Internet, il 23% una console per videogiochi e il 21% un accesso alla pay tv.

Ad un passo
dall’Europa

Con questi tasso di sviluppo e di penetrazione le famiglie italiane si sono portate ad un passo da quelle dei principali paesi dell’Europa occidentale. Gli italiani sono, infatti, primi assoluti nell’uso della telefonia mobile, vengono prima di Francia e Germania nell’impiego del computer e precedono la Francia nell’uso di Internet.

Una diffusione
omogenea

Interessante notare, che la diffusione delle tecnologie nelle case degli italiani è avvenuta con una certa omogeneità in tutte le zone del paese, con poche differenze fra aree metropolitane e piccoli comuni. Qualche ritardo del Sud sul Nord emerge solo per computer e Internet ed è stimabile in circa un anno.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare le nuove tecnologie sono più diffuse nelle aree centrali del paese che al nord. E’ il caso di questi servizi, per i quali i valori più alti risultano proprio nelle regioni centrali: spesa per telefonia fissa e mobile, diffusione di servizi su banda larga, possesso seconda linea telefonica, possesso di telefono cellulare, di personal computer, fax, stampante, modem, lettore di dvd, home teather box, webcam e console per videogiochi.

Ma il governo deve fare di più
Nonostante gli aspetti positivi emersi dalla ricerca, le due associazioni che l’hanno promossa hanno lamentato il fatto che l’innovazione non ha ancora in Italia il ruolo centrale che meriterebbe. Una conferma, in negativo, è l’ultima legge finanziaria che contiene misure ritenute modeste per la diffusione delle tecnologie Ict.
Anie e Federcomin hanno poi sottolineato la necessità di
rendere le case più adatte ad accogliere le tecnologie informatiche, di
diffondere maggiormente i computer nelle scuole e la cultura di base nell’uso
delle nuove tecnologie.

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