La “dolcezza” dell’integrazione

Food / Per ottenere un approccio comune a tutti i propri applicativi, Ferrero ha investito in un progetto complesso ma conclusosi con rapidità

L’integrazione è un aspetto essenziale, ma anche molto complesso, in un mondo It caratterizzato dalla coesistenza di tecnologie eterogenee che devono dialogare tra loro. La capacità di ottimizzare investimenti e risorse (umane e tecnologiche) diventa sempre più strategica ed è importante conoscere le possibilità offerte dai sistemi sia per quanto concerne i servizi agli utenti, sia in termini di gestione operativa. Ma l’esigenza di integrazione nasce anche dalla necessità di valorizzare il patrimonio informativo. Spesso questo significa dover far convivere prodotti legacy e servizi obsoleti con tecnologie avanzate. L’obiettivo è sempre, e comunque, di rendere i dati aziendali fruibili a tutti e nel modo più congegnale ai vari dipartimenti, contenendo i costi e migliorando le prestazioni.


Anche Ferrero si è misurata con problematiche di questo tipo.


«La nostra – ha affermato Martin Flegenheimer, Chief information officer della società, durante un recente convegno organizzato da Seedburger e Gartner – è un’azienda di dimensioni rilevanti, con un numero elevato di prodotti, impianti di produzione e diverse realtà commerciali distribuite nel territorio. Dal punto di vista dell’It, questo significa avere un’enorme quantità di informazioni da controllare. Accade abbastanza spesso che imprese come la nostra siano difficili da reingegnerizzare: noi abbiamo un sistema complesso, con numerose soluzioni applicative, differenti piattaforme e 30 data center sparsi nel mondo».


In uno scenario costellato da una lenta migrazione verso mySap e Apo (Advanced Planning Overview) di Sap e la coesistenza di diversi Erp (utilizzati anche parzialmente), come Bpcs e Prism di Ssa Global, Jd Edwards (ora Oracle) e vari sistemi custom su differenti piattaforme, l’integrazione risultava essere un problema.


«Avevamo l’esigenza di disporre di un hub centrale che ci consentisse di gestire tutte le interfacce – ha proseguito il manager -. Volevamo, infatti, evitare il dialogo point-to-point che non ci poteva garantire la consistenza dei dati che vengono modificati ogni settimana. Cercavamo un metodo centralizzato. Questi elementi hanno fatto da driver nella scelta di NetWeaver Xi di Sap. Volevamo definire un team centrale, non necessariamente tecnologico, che suggerisse un metodo di standardizzazione e, soprattutto, imponesse best practice per sviluppare un approccio comune, centralizzare il mapping e i processi di trasformazione».


Il progetto è partito nei primi giorni del 2004, quando NetWeaver Xi era ancora disponibile in versione 2.0, non performante al meglio, ma che Ferrero aveva comunque deciso di adottare per acquisire competenze sullo strumento.


L’implementazione è stata rapida: i lavori sono partiti a inizio marzo 2004, a luglio è stata compiuta la migrazione verso XI 3.0. e il tutto è andato a regime a fine agosto dello stesso anno. Sono state realizzate tutte le interfacce di collegamento tra R/3 e i sistemi legacy in Italia e Francia, rispettivamente 40 e 30 flussi, come pure le procedure di Master Data Management collegate ai sistemi legacy di Ferrero Italia (5 flussi). A queste si sono aggiunti altri 20 flussi relativi al sistema attivo in Ferrero-Polonia.


«Oggi stiamo lavorando sul business process management, soprattutto sull’event management e sulle sequenze di processo – ha precisato Flegenheimer -. Dobbiamo cercare di far convivere al meglio una serie di componenti, come Sap Solution Manager e un sistema di scaling come Control M Bmc. Stiamo, inoltre, consolidando le interfacce Apo ed effettuando una serie di attività per il fine-tuning dei flussi complessi con cui ci troviamo a operare».


Ferrero si sta occupando anche del Customer relationship management. «Si tratta di un grosso progetto – ha sottolineato il manager – che stiamo portando avanti come applicazione parallela a Sap R/3 destinato, per il momento, ad aspetti prettamente finanziari».


La nuova struttura del sistema informativo di Ferrero è ormai attiva da più di un anno. «Siamo contenti del risultato raggiunto – ha concluso Flegenheimer -, in quanto abbiamo ottenuto benefici a livello di organizzazione e la possibilità di realizzare un centro di competenze centrale per tutte le aree di integrazione. Abbiamo avuto soddisfazioni anche in termini di ritorno dell’investimento: se da una parte è difficile quantificare quanto realmente sia il Roi, il tempo di delivery ottenuto grazie al nuovo sistema di interfacce si è ridotto di almeno il 30%. Tra gli aspetti da perfezionare, invece, spicca quello dell’integrazione tra NetWeaver Xi, Apo e il Crm».

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