La denuncia di un It manager. Un’occasione per riflettere

Frustrazione, sfiducia, senso di insicurezza. Sensazioni che si stanno diffondendo tra i responsabili dei sistemi. Un’ allerta sulla situazione, prima che si arrivi al punto di non ritorno

È un po’ rassegnato e un po’ combattivo Maurizio Matrullo, responsabile dei sistemi informativi, 45 anni e attualmente in cerca di una nuova collocazione nel mondo dell’It. Meglio ancora, in cerca di una professione che vorrebbe svolgere nel modo più completo del termine. E, invece, l’entusiamo di un cultore dell’It si trova spesso a scontrarsi con una routine, un’impostazione aziendale, un’organizzazione, una contrattualistica e dei rapporti professionali che limano le energie e velano di ombra la quotidianità degli uomini dell’Information technology.


Una categoria che Matrullo ritiene piena di contraddizioni e per la quale denuncia una preoccupante moria: «Provo collera al pensiero di quanti professionisti Ict senior vengono sostituiti da schiere di giovani sfruttati e condivisi senza scrupoli. Outsourcing è una parola che sta sulla bocca di tutti come una panacea, ma negli ultimi dieci anni l’ecatombe della figura dell’It manager è stata netta, soprattutto nelle piccole e medie imprese».


Uno stallo che Matrullo fa risalire addirittura alla crisi del lontano 1992, a cui si sono sommati l’anno 2000 e l’euro, quando le imprese hanno dovuto sostenere ingenti spese nell’arco di poco tempo. Un ritorno al passato, dunque, quando la categoria non poteva contare su contratti di lavoro chiari e definiti.


«Contratti a progetto, collaborazioni, outsourcing, – lamenta Matrullo -. I fornitori tendono a travalicare il responsabile dei sistemi informativi e a interfacciarsi direttamente con il consiglio di amministrazione, facendo vedere che possono portare risparmio, inducendo però in questo modo all’eliminazione del personale interno. Una volta i servizi costavano parecchio, ora le maestranze sono pagate pochissimo. I neolaureati sono assunti per cifre ridicole e formati in pochissimo tempo. In caso di problemi, la soluzione che adottano è di contattare telefonicamente il veterano del caso per avere supporto a distanza».


Sembra quasi che sia il senso stesso del ruolo del responsabile dei sistemi a essere messo in discussione. «Bisogna difendersi – aggiunge Matrullo -, non lasciarsi scavalcare. Il nostro punto di forza deve essere la conoscenza dei processi, ma per far questo servono tempo e skill. Una figura interna resta necessaria per collegare la tecnologia a un management che non sempre ha familiarità con l’It. Il responsabile Edp, però, deve essere messo in grado di portare avanti il proprio lavoro ed essere fornito degli strumenti adatti. E non sempre questo accade; a volte manca la documentazione se non addirittura la stessa informatizzazione. Ogni persona, poi, è gelosa del proprio lavoro e la gestione dei cruscotti da parte di figure esterne all’impresa fa sì che si possa creare della reticenza nella trasmissione delle informazioni».


Per non parlare del budget, che va sempre stretto, un po’ per l’identità stessa dell’It e un po’ per la cultura che l’attornia.


E qui, Matrullo, divide l’Italia in due zone: il Nord, che considera un’isola felice, e la fascia che da Roma guarda al Sud, quella dove lui vive, in cui la situazione è più difficile.


«La sensibilità verso la tecnologia informatica non sempre è diffusa – aggiunge -. Veniamo visti come il reparto che spende di più. Ma d’altronde, se le esigenze aumentano, i software e l’hardware vanno aggiornati. Le aziende tendono a scordarsi che l’It sta all’inizio e alla fine di tutti i processi. La nostra divisione non dovrebbe dipendere da quella amministrativa e finanziaria».


Vero è che gli It manager sono, spesso, “troppo” convinti del loro ruolo e pronti al lamento, rendendo a volte complessi i rapporti con i colleghi. «L’It è una materia precisa – sottolinea Matrullo -, non possiamo accettare l’approssimazione e vivere di eccezioni. Gli utenti, poi, sono renitenti a modificare il proprio modo di lavorare. Anche la comunicazione e le riunioni periodiche sono viste come una perdita di tempo. Ma l’ottimizzazione, al contrario, permette di lavorare meglio e di più». Un’azienda, quindi, prevenuta nei confronti dell’It, che non le attribuisce potere.


Questa la testimonianza di un It manager, che nella sua esperienza ventennale ha combattuto varie battaglie in nome dell’It, anche contro il fenomeno delle “tangenti”. Matrullo, infatti, lancia un sasso pesante: «Mi è capitato di assistere a situazioni in cui gli acquisti It si facevano più per “dovere” che per necessità effettiva o per rispondere alle effettive esigenze. Tutto dipende dal valore, dalla professionalità e dall’incorruttibilità del responsabile It, che non può essere legato da rapporti personali ai fornitori. I vendor, poi, non devono puntare solo ad acquisire il cliente, bensì a risolvergli i problemi, visto che l’informatica si è diversificata e i servizi tecnologici sono cresciuti ma la vera integrazione ancora non c’è».

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