La conversazione

In tempi di intercettazioni, qualcuno pensa al VoIp?

Non può non tornare alla mente in questi giorni di intercettazionismo
imperante, quel film di Francis Ford Coppola del 1974, La
conversazione
, in cui il protagonista, impersonato da un fulgido Gene
Hackman, di professione spione auricolare, dopo una vita passata a fare
intercettazioni telefoniche e ambientali, temendo di essere a propria volta
spiato, impazzisce e distrugge il proprio appartamento in cerca di una cimice
che non c’è.

Anche la maionese delle intercettazioni che ricopre la
nostra vita attuale è a rischio impazzimento.

La congestione di
ingredienti perché accada ci sono tutti: le compagnie telefoniche sotto
pressione, la magistratura, i mezzi di comunicazione, la politica, la
fantomatica opinione pubblica, Internet.

Si, anche Internet.

Ora
è il momento del VoIp, la voce su Ip, ossia, su quanto di più tracciabile e
intercettabile anche da semplici privati (è o non è il regno dello spyware?).


Insomma, se l’ispirazione vien dal contesto, e se, a quanto pare, l’arma
letale, la killer application con cui dirimere tutte le questioni del vivere
civile diventa l’intercettazione, che a qualcuno venga in mente di captare
quanto facciamo, scriviamo e diciamo tramite Ip, per poi farne un uso non
proprio, è del tutto probabile.

Non rimane altro da fare, come dicono a
Roma, che mettersi di sguincio, di tre quarti, e non farsi prendere in viso
dall’onda anomala dell’intercettazionismo. Con un po’ di ironia, che non guasta
mai e previene dall’autocensura.

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