La concorrenza fa bene. Anche a Microsoft

Il successo di Google condiziona le strategie di Microsoft. Lo ammette Ray Ozzie.

Magari finisce che a Bill Gates tocca pure ringraziare Page e Brin, i due
fondatori di Google.

Microsoft infatti si era un po’ addormentata sugli
allori delle licenze di Windows, un business che va avanti da solo.

Non che mancasse la concorrenza nei vari segmenti di mercato
in cui la società è impegnata, ma all’orizzonte era difficile intravedere
qualcuno che potesse mettere in crisi il gigante di Redmond.

D’altronde
Bill Gates l’ha sempre detto, in una delle sue, poche, visioni profetiche, che
il pericolo per Microsoft sarebbe arrivato non da un gigante dell’high tech ma
da una start up che magari proprio in quel momento stava nascendo in uno dei
mitici garage della Silicon Valley che, a differenza dell’Italia, non vengono
utilizzati per piazzarci le auto ma per fondare aziende.

Il momento è arrivato con Google, che è cresciuto con calma
e ha poi innestato la marcia che l’ha portato a un collocamento di successo in
Borsa e ultimamente alle Google Apps che vorrebbero dare fastidio a Office.


L’accelerazione di Google, ha ammesso ieri di fronte agli analisti il chief software architect Ray Ozzie, è servita da “campanello d’allarme” per Microsoft che grazie al boom
del motore di ricerca ha scoperto le potenzialità finanziarie della pubblicità
sulla Rete.

Il successo del motore di ricerca, ha proseguito Ozzie che
in quel ruolo ha preso il posto di Bill Gates, ha obbligato l’azienda a cambiare
strategia e considerare la pubblicità come un importante nuovo flusso di
profitti, rispetto ai modelli più tradizionali di abbonamento e di concessione
di licenze.

Nasce così la Digital advertising solutions, la
concessionaria di pubblicità online di Microsoft che probabilmente fino a pochi
anni fa non stava nella mente di nessuno a Redmond.

La concorrenza fa
bene.
Sempre.

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