Home Digitale La combinazione InfoSum tra analytics, privacy e sicurezza

La combinazione InfoSum tra analytics, privacy e sicurezza

L’enorme valore strategico attribuito ai dati ha anche un rovescio della medaglia. Per certi versi, anche molto più concreto. Se i benefici legati all’analytics sono tutti da individuare e raggiungere, aspetti come privacy, sicurezza e conformità sono invece concreti da subito. Per di più, aspetti con importanti risvolti legali, ai quali è indispensabile dedicare la dovuta attenzione. La buona notizia, è come, grazie a InfoSum, possano ora andare d’accordo senza dover scendere a compromessi.

«A livello di immagine, il trattamento dei dati è ormai considerato alla pari di aspetti come la sostenibilità o il rispetto dei diritti civili – conferma Riccardo Polizzy Carbonelli, Direttore Commerciale di InfoSum . Per le organizzazioni è fondamentale garantirne la miglior gestione possibile, al fine di evitarne la diffusione o l’uso incontrollato.»

Considerata la quantità di informazioni in gioco e la complessità pervasiva dei sistemi informatici diffusi, un compito per niente facile. Affidare i dati raccolti da interazioni con i clienti anche solo per la conservazione a chi poi non ne fa un uso corretto, significa sempre e comunque essere chiamati in causa.

Si spostano le informazioni, non i dati

La questione sembra complessa, eppure la soluzione costruita da InfoSum si rivela piuttosto semplice. E probabilmente proprio questo è uno dei suoi punti di forza. «Pensiamo per esempio a una collaborazione a livello di dataset tra una compagnia aerea e un’azienda produttrice di valigie – spiega Polizzy Carbonelli -. Può essere facile ricavare indicazioni per avvicinare le necessità sulle dimensioni e il tipo di bagaglio a seconda delle rotte utilizzate».

Informazioni separate su rispettivi profili personali, conservate da ciascuna delle due aziende nei propri database. Estraendo i dati desiderati, in forma anonima da entrambi gli archivi e incrociandoli, si può calibrare molto meglio la comunicazione. Dove il discorso può sembrare complesso, entrano ini gioco tutte le virtù del software, in grado di rendere buona parte del processo completamente trasparente. Aspetto cruciale, senza mettere in comune profili, ma solamente le relative analisi.

Per comprendere tutto il potenziale, prima ancora di inquadrare cosa si possa ottenere, è utile capire anche a quali problemi si possa rimediare. «Quando si fa una campagna televisiva a tappeto, spesso buona parte del pubblico è già cliente dell’azienda – riprende Polizzy Carbonelli -. In casi come gli operatori di telefonia, si può arrivare anche a un terzo. Significa aver buttato un terzo dell’’investimento. Incrociando invece i due dataset, si può arrivare a una comunicazione più mirata».

Un altro campo dalle enormi potenzialità in quest’ottica è il mondo retail. Da un parte, i tantissimi punti vendita che utilizzano una carta fedeltà. Dall’altra, le aziende i cui prodotti sono esposti sui relativi scaffali. Dall’analisi delle vendite, si può prima di tutto capire le abitudini di acquisto e gestire di conseguenza produzione e comunicazione. Ma anche trovare spunti per arrivare direttamente all’utente finale, con una pubblicità in linea con i propri gusti ed esigenze. Quindi, con meno rischio di essere ignorata.

Un primo importante passo anche in direzione di una maggiore serenità sotto gli aspetti legali. Da un parte, infatti, si hanno informazioni più affidabili per le strategie aziendali. Dall’altra, vengono scambiate solo informazioni sulle tendenze e non più archivi di dati personali.
Questi, restano rigorosamente in possesso del legittimo detentore autorizzato. Ulteriori benefici in termini di efficienza si possono inoltre ricondurre alla possibilità di ragionare non per enormi parchi di singoli dati personali, ma per categorie.

infosum

Un bunker a prova di imprevisti

Se in teoria il discorso a questo punto risulta lineare, dal punto di vista della tecnologia, la vera sfida è tradurlo in pratica. Dietro i moduli di analytics c’è infatti il cuore di un sistema in grado di assicurare che le informazioni personali non si muovano dai rispettivi server di archiviazione.

«Il sistema InfoSum in pratica non utilizza neppure la singola informazione. Perché una volta caricata sul bunker, un’area riservata dedicata esclusivamente ai dati in esame, viene subito normalizzata. Ogni elemento viene quindi trattato due volte con procedura hash, per creare degli pseudonimi con sketch matematici. Nel bunker, rimangono solo i dati trattati, non quelli originali». Un’area dedicata per i relativi calcoli, i cui risultati sono accessibili ai relativi contribuenti, per esempio le aziende che condividono l’archivio, e solo per la durata dell’operazione. Non c’è nessuna condivisione o spostamento di informazioni tra i partner. In caso di rescissione di un consenso per i dati, è sufficiente cancellarli dal proprio archivio, senza inseguirli in ambienti di terzi.

Anche il furto diventa inutile

In questo modo, se anche qualcuno dovesse riuscire a entrare in possesso di tali informazioni, potrebbe farsene ben poco. In pratica, una sorta di geroglifico, inutilizzabile anche al più esperto reverse engineering. A prova anche di smarrimento furto di dati, all’hacker alla copia su chiavetta del dipendetene disattento o addirittura disonesto.

Più in generale, un concetto di sicurezza affrontata alla radice. Una delle cause più comuni di errore, alla base delle falle nei sistemi, sono spesso le query scritte a mano ogni volta. L’idea è superarle attraverso un insieme di regole definite a priori e in grado di convalidare l’accesso agli archivi. Senza quindi la necessità di doverle ridefinire ogni volta si esegua un’interrogazione.

Contrariamene a quanto si possa credere, una soluzione alla portata di chiunque interessato a un paso avanti in termini di analytics. «Anche in questo caso, è utile un esempio. Pensiamo a un fornitore di pneumatici o di accessori. Per promuovere i propri prodotti, non deve necessariamente farlo a livello globale con un grande produttore di automobili. Può agire anche localmente, con una piccola rete di concessionari e capire meglio le esigenze di quella zona, probabilmente più vicine alla realtà».

Esigenze strategiche, investimenti in comunicazione e affidabilità dei software di analytics sembrano così trovare il tanto inseguito compromesso con privacy, conformità e sicurezza. A vantaggio di InfoSum, c’è però un ultimo fattore da tenere in considerazione. Per certi aspetti, il più importante. «I dati personali sono al sicuro, perché le informazioni distribuite e condivise sono di fatto inutilizzabili – conclude Riccardo Polizzy Carbonelli -. Questo significa prima di tutto tutelare la reputazione della propria azienda, probabilmente il valore più importante».

 

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