La Business Intelligence secondo Gartner

L’analista prevede una moderata crescita del 7% per il comparto nel 2003, annata giudicata ancora interlocutoria. In Europa, le aziende sembrano interessate soprattutto alle tecnologie nel segmento del cosiddetto Corporate Performance Management.

27 gennaio 2003 Anticipando i temi previsti nel programma dell’annuale Business Intelligence Conference di Amsterdam, Gartner ha dichiarato che le aziende specializzate in prodotti di business intelligence stanno consolidando ed espandendo le loro linee di attività. Tra le motivazioni di questa spinta c’è anche l’ampliamento della propria presenza sul mercato europeo, che in questo settore dovrebbe registrare nel 2003 una moderata crescita del 7%. Gartner afferma che la clientela di queste aziende in Europa è interessata soprattutto alle tecnologie nel segmento del cosiddetto Corporate Performance Management (Cpm), essendo convinta che tali prodotti sono in grado di offrire un immediato vantaggio in termini di capacità risolutiva dei problemi e monitoraggio e gestione della performance aziendale. Secondo la società di ricerche l’acquisto di soluzioni di Cpm da parte delle imprese europee dovrebbe passare dal 10% annuo registrato a fine 2002 a un più 40% nel 2005.

Gartner sostiene che la gestione della performance aziendale diventerà una priorità in molte imprese anche in considerazione della crescente pressione nei riguardi di una maggiore trasparenza gestionale e della nuova normativa contabile. Il Cpm è anche parte essenziale del mutamento del quadro strategico, che privilegia le tecnologie utili a condurre l’azienda in una modalità sempre più real-time. Queste valutazioni non escludono però una complessa, delicata e lunga fase di maturazione. Gartner avverte infatti che nonostante la richiesta di questi prodotti e le affermazioni da parte dei vendor, le aziende stanno ancora muovendo i primi passi nel settore della business intelligence, e che il 2003 sarà ancora un anno interlocutorio.

Oltre la metà dei progetti di Bi avviati non raggiungerà gli obiettivi sperati o addirittura costituirà un chiaro fallimento, soprattutto a causa della scarsa esperienza da parte degli utenti finali di certe soluzioni. Gartner invita per esempio a creare all’interno delle imprese dei veri e propri centri di competenza da focalizzare sulle questione dell’intelligence.

L’obiettivo primario di questi centri deve essere la capacità di filtrare e rendere coerenti dati e informazioni, in modo da evitare il fenomeno che Gartner descrive come la “tossicità dei dati”.

A proposito delle differenze che ancora separano le aziende europee dai loro concorrenti americani in materia di business intelligence, Gartner, per bocca del suo ricercatore Frank Buytendijk, rileva come solo il 53% delle imprese europee, contro l’80 delle americane faccia uso di certe tecnologie. In compenso, nelle aziende europee sembra essere più diffuso l’uso di questi strumenti da parte degli impiegati. Nelle aziende che la implementano la business intelligence è in mano al 43% dei dipendenti in media in Europa, contro il 26% degli Stati Uniti.

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