La business continuity in Aon

Finance / La società di intermediazione assicurativa ha rinnovato il data center e implementato una San. E in futuro, il disaster recovery

Il brokeraggio assicurativo è l’attività che ha decretato la fortuna di Aon Italia, società multinazionale che opera nell’ambito della consulenza di risk management e nella riassicurazione. La crescita dell’organizzazione, che ha una struttura di un migliaio di dipendenti, sparsi tra 40 uffici, ha reso necessario il potenziamento dell’infrastruttura It. I server esistenti iniziavano, infatti, a essere obsoleti e non erano più in grado di supportare il traffico dati. A partire dal 2005, l’azienda ha, quindi, avviato il consolidamento dei sistemi informatici con l’obiettivo di migliorare le prestazioni complessive e ridurre la percentuale di guasti. «Il progetto si è concluso nel novembre del 2006
– dice Giuseppe Torri, responsabile It di Aon Italia – e ha richiesto più tempo del normale, soprattutto a causa dei problemi riscontrati nella preparazione del prototipo del data center. La nostra esigenza era di non delegare all’esterno la responsabilità della meccanizzazione di ciascuna filiale, al fine di migliorare la conoscenza delle singole realtà locali e garantire la necessaria omogeneità delle soluzioni implementate. La scelta di fare gli interventi sulle filiali con le nostre sole forze era tesa a recuperare la governance dei sistemi e il controllo di tutto ciò che era presente nelle sedi remote. La nostra storia più recente, infatti, è costellata da una serie di acquisizioni, con conseguenti problemi di integrazione dell’infrastruttura». Il data center creato comprende 13 server Hp ProLiant Dl380 e due Hp Integrity Rx2600, con una soluzione San (Storage area network) basata su Hp StorageWorks Eva 3000. «Grazie a questa architettura, in ambiente misto Wintel e Unix – prosegue il manager – siamo in grado di assicurare la continuità dei processi interni ed esterni, dando agli utenti un buon livello di servizio. Inoltre, la possibilità di gestire in modo centralizzato l’intera infrastruttura It ha contribuito a semplificare le attività di manutenzione, riducendone i costi».


Un esempio significativo è l’aggiornamento delle patch software, che oggi viene completato in modo più rapido ed efficace. Nel datacenter vengono gestite tutte le attività legate al core business dell’azienda, oltre alla posta elettronica e ai database documentali, le applicazioni di produttività d’ufficio e l’help desk. Al momento gestisce circa 400 postazioni desktop (in ambiente Windows Xp Professional), con l’obiettivo di includervi a breve anche i 200 utenti della sede di Milano. Tre le persone coinvolte nel progetto: una di Hp, una del system integrator Emmeservice e una interna. L’estensione alle sedi decentrate è, invece, stata operata da due tecnici interni, affiancati da due persone dell’integratore.


«In futuro – conclude Torri -, l’idea è da un lato di completare la meccanizzazione della sede di Milano, con l’adozione dei thin client e di Citrix MetaFrame per la remotizzazione delle applicazioni desktop; dall’altro di adottare il disaster recovery su un sito geograficamente disperso».

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