La business communication sicura di Tenovis

L’evoluzione delle telecomunicazioni aziendali, guidate da una società storica del settore che punta oggi sui servizi. La joint venture Tenovis Newtel porta la sicurezza made in Italy a livello europeo.

Per chi viene da una storia di oltre 100 anni nelle telecomunicazioni, è “normale” parlare di business communication, abbracciando un concetto di comunicazione aziendale esteso che parte dalla tradizione per sfruttare al meglio le nuove tecnologie.

È questa la sfida di Tenovis, in precedenza nota per i marchi Telenorma e Bosch Telecom, che dal tradizionale mercato dei Pabx si sta dedicando a «fare comunicazione con strumenti che permettono di lavorare con intelligenza», come ha dichiarato Stefano Somenzi, managing director e general manager di Tenovis. Tradotto, questo significa soprattutto fornire servizi, perché “il successo dei progetti di Crm (Customer Relantionship Management), non è dato dalle feature, ma dall’armonizzazione dei processi e dalla possibilità di aggiungervi valore”, ha spiegato il manager, il quale ha aggiunto:
«È necessario che l’atteggiamento delle persone cambi; che queste, all’interno dell’azienda, comunichino efficacemente ed efficientemente».

Ma la comunicazione deve anche essere sicura e questo è il presupposto per l’operazione che ha visto la nascita di Tenovis Newtel. Si tratta di una joint venture tra Tenovis e Nuova Newtel, che vede quest’ultima rinforzata con un importante apporto di capitali dalla prima (ne ha acquisito il 60%) e, appuntotrasformata in Tenovis Newtel. È una fusione dettata dalla condivisione di un obiettivo, più che da esigenze o opportunità commerciali. Con Newtel, infatti, Tenovis aggiunge il tassello sicurezza alla propria strategia di business communication.

Il centralino ha sicuramente un ruolo e l’azienda continua a venderne parecchi, ma Tenovis ha comunque sposato le tecnologie innovative, a partire dall’Ip telephony, per guidare in primis l’evoluzione della propria importante base di clienti. Puntando sul servizio, che significa anche fornire prodotti non propri, così come operare sul campo in ambienti multivendor (anche a fianco della concorrenza). Sul campo Tenovis ci va anche con partner, verso i quali sente un debito di riconoscenza per quanto hanno investito soprattutto in formazione. Per questo la società si impegna a un lavoro congiunto laddove c’è bisogno di esperienza e competenze. Due caratteristiche fondamentali nel settore del Crm, dove i clienti chiedono sempre più di misurare un Roi. Più precisamente, in Italia viene offerto supporto fino al livello 2, poi si passa al centro di Francoforte. In via di implementazione il trouble ticketing con Sla (service Level Agreement) sui tempi di risposta e clausole di bonus malus.

Questo approccio è ancora più avanzato per quanto riguarda Tenovis Newtel, che, presente sul mercato dal 1984, si è progressivamente focalizzata nel settore dei servizi di sicurezza. La società può oggi vantare un centro di eccellenza a Pescara, «il cui punto di forza è rappresentato, probabilmente, dalle risorse umane, valorizzate da un bassissimo turnover», come ha precisato Rinaldo Cantò, amministratore delegato dell’azienda. Da questo centro, per esempio, vengono gestiti oltre 1.600 firewall che Telecom Italia ha installato presso diversi suoi clienti. Un servizio che viene offerto ovviamente anche direttamente. Il ruolo di Tenovis Newtel, nell’ambito delle attività corporate, è destinato a crescere. Lo stesso centro dovrebbe a breve acquisire competenze a livello europeo. In ogni caso, è proprio da Tenovis Newtel che deve partire una delle spinte principali alla Secure Business Communication, la strategia aziendale che fonda le basi sulle tendenze in atto nel settore. «La Voip – hanno ricordato Somenzi e Cantò – implica un problema di sicurezza della voce trasformata in pacchetti e non è un caso che Rsa stia cooperando con i costruttori di Pabx».
Inoltre, Somenzi ha evidenziato che, in un certo senso, le prime forme di hacking sono quelle dell’intercettazione della voce. «Sarà perché si usa sempre più Linux, tradizionalmente “simpatico” all’hacker, ma le tipologie di attacco sono cambiate: oggi cresce il furto del dato e l’attenzione si sposta sulla comunicazione». Del resto, anche la crescita dello Unified Messaging, guidato dalla convergenza fisso mobile deve prevedere l’uso di strumenti sicuri.

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