L’ outsourcing gestito dall’interno

Una struttura It virtuale ma fatta di persone, prima ancora che di tecnologia, è la risposta del gruppo M&G alle esigenze di processi di qualità e riduzione costi

Una scelta strategica sicuramente, ma che per il gruppo Mossi & Ghisolfi
rappresenta una dimensione organizzativa imprescindibile. Per la gestione applicativa
del proprio Erp, l’italianissima società, che rappresenta il secondo
produttore mondiale di Pet (materiale plastico) destinato al packaging, ha,
infatti, puntato su una soluzione mista di servizi prestati localmente e a distanza,
con la macroformula dell’offshoring, utilizzando risorse operanti in paesi
lontani. Il motivo è presto detto: il gruppo, che è attivo in
altri tre segmenti di mercato oltre a quello predominante per il proprio fatturato,
opera in diverse nazioni (Nord America, Messico, Brasile, Cina e India). Di
conseguenza, occuparsi di un servizio di gestione così diffuso dalla
sede storica di Tortona o da quella di Assago, dove si trova la direzione sistemi
informativi, non sarebbe stato un compito facile, visto che gli utenti parlano
lingue differenti e lavorano con fusi orari diversi. Per non parlare degli elevati
costi.

«Dal 2000 siamo diventati una multinazionale e negli anni siamo cresciuti
grazie a varie acquisizioni e all’ampliamento della capacità produttiva

– spiega Marco Zanussi, che in M&G è responsabile delle risorse umane
a livello corporate e direttore dei sistemi informativi -. Per stare al
passo con le evoluzioni del mercato è necessario investire. Lo stesso
vale anche per l’It che è stata chiamata a supportare in modo adeguato
questi nostri cambiamenti e, di conseguenza, i processi che si andavano ampliando
in modo sempre più globale
». Zanussi, con un’esperienza
decennale alle spalle, è in M&G dall’inizio del 2001 e il suo
primo obiettivo è stato quello di sostenere le acquisizioni dotando M&G
di un sistema informativo completo che a quel tempo non aveva. È, quindi,
iniziato il passaggio dalle Acg di Ibm a Sap R/3, utilizzato da alcune società
e stabilimenti nuovi entrati nel gruppo.

«Mi sono trovato nella situazione favorevole di avere carta bianca
– prosegue il manager -. Al mio arrivo, il progetto era agli albori, ho analizzato
nuovamente le soluzioni disponibili, salvo poi confermare la scelta. Il nostro
è un business chimico e tutti i siti presentano più o meno gli
stessi tipi di processo e le medesime esigenze
». M&G ha, quindi,
deciso di seguire l’approccio di un kernel unico prevedendo, poi, dei
deployment per le localizzazioni fiscali o amministrative o aggiungendo sistemi
specifici necessari per l’operatività locale. «Il sistema,
per quanto riguarda l’hardware, il know how e i processi, è centralizzato
in Italia e le transazioni sono erogate a tutte le sedi
– indica Zanussi
-. Lo stesso dicasi per la struttura decisionale e organizzativa dell’It.
In questo modo, anche un’azienda delle dimensioni della nostra, fatta
di tremila persone, può realizzare economie di scala e massa critica
per attivare in modo proficuo l’outsourcing strutturato
».
L’infrastruttura It, basata a Milano, si trova presso un provider, mentre
il competence center Sap è gestito da un numero limitato di persone interne
(un responsabile, tre dedicate alla supply chain, una all’area finance,
una alla produzione, una per il data warehouse) le quali fanno affidamento su
società esterne per l’analisi e lo sviluppo dei progetti, la programmazione
e le attività connesse.

«In totale, a livello mondo, coordino 35 risorse più un numero
imprecisato di full time allocati presso di noi in outsourcing
»,
sottolinea Zanussi. Nel suo processo decisionale verso le imprese che questo
outsourcing devono garantire, l’approccio di M&G è quello di
far prevalere la conoscenza pregressa. «Tendenzialmente il rapporto
parte con progetti di portata limitata, sempre sotto l’egida del nostro
competence center
– precisa -. Procedendo attraverso una serie di esperienze
di questo tipo, abbiamo creato un panel di aziende personalmente note e di cui
avevamo testato i relativi skill sul nostro ambiente. All’interno di tale
insieme di fornitori, con quattro o cinque aziende lavoriamo in maniera più
o meno continuativa. In questo modo, per noi è più semplice, a
fronte della nascita di un progetto, sapere esattamente a chi andare a chiedere
determinate prestazioni
».

Questione di partnership
Da un primissimo contatto, che può anche avvenire con il meccanismo della
gara, M&G tende a trasformare il rapporto in partnership. «Questo
è l’approccio che preferiamo
– continua Zanussi -, ma
compiamo anche delle verifiche, solitamente con Gartner, per comprendere se
i costi sono, grosso modo, a prezzo di mercato
». E, comunque, messi
a repertorio gli incidenti di percorso, che nel mercato dell’outsourcing
possono sempre nascondersi dietro l’angolo (si legga Linea Edp 30, pag.
8), Zanussi si dice fortemente convinto della scelta fatta: «Ciò
che conta sono le persone, non tanto le aziende. Per questo motivo, la nostra
struttura dei sistemi informativi virtuale è formata da nomi e cognomi,
piuttosto che da ragioni sociali
». Il procedimento che ha portato
a questo tipo di percorso si lega alla volontà di ridurre i costi di
programmazione: «In realtà, questa è una ragione accessoria
– puntualizza – quella più importante si collegava alle dimensioni
della nostra struttura It e alla volontà di assicurarci qualità
nei processi, nella documentazione del sistema, nella modalità operativa.
Ci siamo affidati a una società indiana e questo, anche se inizialmente
ha comportato problemi culturali, ci ha costretto a conoscere e descrivere accuratamente
il sistema. Adesso siamo in una seconda fase, visto che le richieste di programmazione
sono diminuite mentre è aumentata la necessità di un sistema costantemente
disponibile e monitorato
». Per questo motivo, Sap gira nella rete
mondiale di M&G e le soluzioni sono pensate già inizialmente in funzione
di un’esternalizzazione.

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