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Kubernetes, la ricerca delle competenze e il valore della formazione

Proprio per il fatto di essere una tecnologia innovativa Kubernetes è una nuova frontiera con tutte le problematiche del caso in tema di formazione e competenze. E anche chi non parte da zero deve mettere in preventivo una fase di formazione.

Prima ancora di cimentarsi in un progetto Kubernetes è utile conoscere le nozioni di base della virtualizzazione. Meglio ancora se approfondita alle problematiche dei grandi sistemi, vale a dire tempi e modalità di configurazione delle virtual machine, modalità di spostamento, bilanciamento del carico, ecc.

Concetti comunque generali e importanti a prescindere nel bagaglio del tecnico IT. A questo, bisogna poi iniziare ad aggiungere i principi più recenti dei container, per capirne le differenze e inquadrare se, come e quando la modalità possa tornare utile alla propria organizzazione.

Già a questo livello, una procedura fa da te inizia a essere meno scontata. Recuperare documentazione su Internet o seguire video online potrebbe non essere sufficiente per far fronte a una infrastruttura complessa.

Per quanto possibile in questo periodo, l’ipotesi di corsi di formazione dedicati non è da scartare. Valutando anche l’importante opportunità di confrontarsi con i compagni di studio occasionali.

Più in generale, quando si decide di cimentarsi con Kubernetes è fondamentale essere anche pronti ad affrontare una sorta di formazione continua, tanta può essere la complessità dell’ambiente e la velocità dei cambiamenti.

Serve una squadra sempre all’opera

Inolte, intorno a Kubernetes sta crescendo un ecosistema sempre più ampio di strumenti open source e proprietari, soluzioni di archiviazione, opzioni di rete e sistemi di monitoraggio. Il tutto, in una varietà di distribuzioni, piattaforme e fornitori tale per cui è molto raro poter contare su una sola persona esperta in tutte le possibili situazioni.

Anche in presenza di team interni dedicati, spesso si sviluppa un’esperienza limitata in relazione ai casi di utilizzo specifici dell’organizzazione. Questo genera spesso lacune significative nella comprensione del funzionamento di ciò che è possibile fare e di come gestire al meglio aspetti cruciali come la naturale evoluzione.

Per assurdo, il peso sui responsabili e l’intero team IT può essere tanto gravoso da non avere neppure il tempo di preoccuparsi se esistano nuove soluzioni e funzionalità, anche solo per migliorare l’efficienza della configurazione utilizzata. Per questo, l’investimento in formazione deve essere costante, al pari di quello per la tecnologia.

HPE Container Platform

Gli operatori al centro della formazione

La vera sfida Kubernets comincia però dopo le fatiche della messa in opera. Durante la fase di produzione, le applicazioni realizzate o attivate devono essere patchate, aggiornate e monitorate. Se eseguite manualmente mansioni certamente complesse e a elevato rischio errore.

Kubernetes viene in soccorso anche in questa circostanza, grazie agli Operatori, un altro tema importante sul quale mantenere costantemente alta attenzione e formazione. Questi permettono infatti di estendere l’automazione senza cambiare il core.

Gli  Operatori sono infatti strumenti di automazione pensati per prendere il posto di un addetto umano in un compito altrimenti svolto manualmente. Anche in questo caso però, bisogna essere in grado di valutare almeno un paio di aspetti importanti. Prima di tutto, la reale affidabilità per la propria infrastruttura. Inoltre, il rischio di un ulteriore vincolo con un fornitore specifico. In alternativa, la soluzione può essere investire su risorse interne per procedere in proprio allo sviluppo.

Con Kubernetes è possibile gestire e garantire la scalabilità delle applicazioni stateless quali app web, backend mobili e servizi API, senza dover sapere come queste funzionano. Le applicazioni come i database e i sistemi di monitoraggio, richiedono invece competenze specifiche del dominio di cui Kubernetes è sprovvisto, e servono per garantirne la scalabilità, l’aggiornamento e la riconfigurazione.

Il ruolo degli Operatori è codificare questa competenza specifica del dominio nelle estensioni, agevolando la gestione e l’automazione del ciclo di vita di un’applicazione.

Gli Operatori consentono anche di scrivere il codice di automazione di un’attività, superando le funzioni di automazione di base presenti in Kubernetes. Per i team che hanno adottato metodi DevOps o SRE (Site Reliability Engineering) esistono elementi specifici per integrare i processi SRE in Kubernetes.

Prima risorsa, il sito Kubernetes

Se la complessità intrinseca di di Kubernetes rendono indispensabile una fase di formazione, la natura relativamente giovane dell’argomento e la sua estrema varietà di scenari rendono difficile trovare corsi su misura.

Aggiungendo le oggettive difficoltà di spostarsi e organizzare gruppi abbastanza grandi per condividere la spesa, una prima possibilità è cercare risorse online. Già sul sito Kubernetes le risorse non mancano. Aspetto non trascurabile, gratuite.

Se non in grado di risolvere la situazione in modo definitivo, utili sicuramente per valutare il proprio livello di preparazione e per inquadrare la tecnologia in relazione alla propria realtà.

Oltre a un corso introduttivo mirato, è inoltre possibile recuperare alcuni fondamentali, come un’introduzione a Linux, o una alla gestione delle infrastrutture IT in Cloud, temi indispensabili per prendere le misure con Kubernetes e il suo potenziale.

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