Iva, da aprile il reverse charge per telefonini, processori e cpu

La nuova normativa riguarda i prodotti nella fase di distribuzione e non di commercio al dettaglio.

Entrerà in vigore il prossimo 1° aprile il nuovo regime fiscale per le cessioni di telefoni cellulari e microprocessori.
Da quella data, infatti, diventano operative le nuove regole basate sul meccanismo del reverse charge, ovvero dell’inversione contabile. Nella sostanza, gli obblighi fiscali sono in capo al cessionario e non al cedente come avviene normalmente; dunque l’acquirente, se soggetto passivo d’imposta nel territorio dello Stato, è obbligato all’assolvimento dell’Iva al posto del cedente.

Si tratta di uno strumento, autorizzato dal Consiglio dell’Unione europea, che dovrebbe consentire un contrasto più efficace all’evasione dell’Iva.
L’Agenzia delle Entrate chiarisce tuttavia l’ambito di applicazione della norma, precisando che il reverse charge relativo ai personal computer si applica solo ai componenti che costituiscono dispositivi a circuito integrato, dunque microprocessori e cpu, e dunque prima della loro istallazione nei prodotti destinati al consumatore finale.

Non solo.
Il reverse charge si applica solo nella
fase distributiva e dunque non alla fase del commercio al dettaglio, così come ne sono escluse le cessioni effettuate da contribuenti minimi.

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