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Gli italiani si fidano degli algoritmi per la protezione dei dati

In collaborazione con YouGov, e con il supporto della dottoressa Jessica Barker, psicologa esperta nella natura umana della cybersecurity, Palo Alto Networks ha realizzato la ricerca Trust In The Digital Age, indagine, che ha coinvolto 10.317 persone, di cui 1.021 in Italia, ha fornito una panoramica dettagliata delle abitudini e dei comportamenti umani quando si utilizza Internet e della conoscenza e consapevolezza delle misure di protezione da mettere in atto per navigare in modo coscienzioso e sicuro, senza rischi per i dati.

La prima domanda relativa all’attribuzione delle responsabilità di sicurezza segna subito una differenza tra l’Italia e il resto del campione. Gli italiani, infatti, sono gli unici in Europa che preferirebbero affidare la propria sicurezza a Intelligenza Artificiale, algoritmi e macchine intelligenti (38%). A livello europeo (Italia inclusa), invece, una media del 36% ha più fiducia nell’uomo, al quale affiderebbe la responsabilità della gestione della protezione della propria identità e informazioni.

Proprio grazie alle tecnologie disponibili, il 49% degli italiani può dedicare meno tempo e preoccupazione alla sicurezza dei propri dati. E lo stesso vale per gli altri paesi europei, con una media del 43% che si mostra fiduciosa.

Attenti a non perdere i dati personali

Il 60% degli italiani sta facendo tutto il possibile per evitare di perdere dati personali. Questo comportamento attento e consapevole è condiviso anche in Europa, con una media del 66% dei rispondenti. Si tratta di un’attenzione che forse deriva anche dall’ansia causata dall’incertezza sui metodi per proteggere i dati online (40% sia in Italia che in media in Europa).

Alla domanda relativa alla responsabilità della protezione dei dati, che consentiva risposte multiple, in Italia il 43% si sente direttamente responsabile, il 32% la attribuisce invece alle forze dell’ordine, il 30% la considera un compito degli Internet provider e il 24% degli operatori di rete mobile.

Un dato decisamente positivo emerso dall’indagine di Palo Alto Networks è che, nonostante la miriade di tentativi di violazione e furto di dati ben noti alle cronache, il 55% degli italiani dichiara di non essere mai stato coinvolto in un attacco informatico. Chi invece ne è stato vittima, segnala tra i vari danni subìti: furto di identità (10%), perdita economica (10%), perdita di dati (10%) e richiesta di riscatto (8%).

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