Istat, sale la fiducia delle imprese dei servizi

A gennaio 2011 si è registrato un aumento del 2,7% rispetto a dicembre 2010 grazie al recupero dei giudizi e delle attese sugli ordini. In peggioramento invece le attese sull’andamento dell’economia italiana.

L’Istat ha diffuso gli indicatori sul
clima di fiducia
delle imprese dei settori dei servizi a gennaio 2011. I dati indicano un aumento
del 2,7% rispetto
a dicembre, grazie al recupero dei giudizi e delle attese sugli ordini (i cui
saldi sono aumentati, rispettivamente, da -4 a 6, e da -8 a 1), mentre
peggiorano lievemente le aspettative sull’andamento dell’economia italiana (da
-17 a -18).

Rimangono stazionari su valori negativi i saldi
dei giudizi su occupazione e andamento degli affari (-3 in entrambi i casi) e
le attese sull’occupazione (il saldo è pari a -1). Infine, il saldo relativo
all’andamento dei prezzi di vendita resta negativo, anche se in lieve risalita
rispetto allo scorso mese (da -5 a -3).

E’ scesa anche nettamente nel quarto trimestre
2010 l’incidenza di imprese che lamentano l’esistenza di ostacoli all’attività
produttiva. A giudizio delle imprese, infatti, si sono ridotti sia i vincoli dal
lato della domanda, sia quelli di natura finanziaria. La fiducia cresce in un
po’ tutti i settori, tranne che nei servizi alle imprese e altri servizi dove
l’indice è stabile al 92,3%.

L’indice di fiducia migliora anche in tutte le
ripartizioni territoriali salendo dal 94,1 al 97,1 nel Nord-ovest, da 97,9 a
99,7 nel Nord-est, da 97,2 a 100,1 al Centro e da 95,6 a 102,3 nel Mezzogiorno.
I giudizi sugli ordini migliorano nel Nord-ovest, nel Nord-est e nel Mezzogiorno,
ma sono in peggioramento al Centro. Migliorano anche le attese sull’andamento
degli ordini nei prossimi tre mesi in tutte le ripartizioni e sull’andamento
dell’economia in generale che sono in recupero al Centro e nel Mezzogiorno ma
in ulteriore peggioramento al Nord-ovest e Nord-est.

Infine nel quarto trimestre
dello scorzo anno è scesa da 55% al 34% la quota di imprese che percepiscono
ostacoli all’attività produttiva. In particolare, si è ridotta la quota di imprese
che segnala la presenza di vincoli sul lato della domanda (dal 38% al 27%), sia
quella di quanti denunciano l’esistenza di vincoli finanziari (dal 9 al 2%).

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