Iss e Ibm. Obiettivo servizi

Big Blue completerà, entro giugno, l’acquisizione della società di Atlanta, che diventerà una business unit dei Global Technology Services

Quello della sicurezza gestita è uno dei temi “caldi” degli ultimi mesi. Tutti gli analisti, infatti, concordano sul fatto che, nelle organizzazioni, mancano competenze e risorse sufficienti per occuparsi direttamente, con gli standard di qualità adeguati, dell’evoluzione delle minacce. Ecco perché sono sempre più numerose le aziende che decidono di rivolgersi a professionisti, in grado di trattare la protezione dei sistemi informativi con soluzioni all’avanguardia, facendo leva su tecnici formati ed economie di scala. «L’approccio più diffuso oggi – esordisce Stefano Volpi, vice president South Europe and Mediterranean di Iss – è quello della sicurezza “spezzatino”. Le aziende, infatti, si rivolgono ai leader di mercato delle specifiche tecnologie, optando per soluzioni best of breed che, poi, spesso non sono in grado di far funzionare insieme. Il nostro approccio è quello di offrire non un outsourcing ma una sicurezza “on demand” concreta. Molti sostengono di poterla garantire ma non hanno, all’atto pratico, le risorse e la scalabilità sufficienti. Oggi noi, come business unit all’interno degli Ibm Global Technology Services siamo in grado di farlo». La riprova sono gli oltre 14.000 clienti (800 quelli italiani) che, nel mondo, si affidano ai servizi di prevenzione che Iss eroga attraverso i propri Soc (Security operation center). L’attenzione è tutta posta sull’eccellenza tecnologica, visto che la società investe in ricerca e sviluppo il 14% del proprio fatturato. Dalla scansione di tutte le attività del sistema informativo del cliente alla rilevazione tempestiva delle vulnerabilità, dalla correlazione delle anomalie per arrivare fino alla predisposizione delle contromisure idonee a bloccare gli attacchi sul nascere, l’offerta della società acquisita si completa, poi, con lo sviluppo di appliance software per la prevenzione delle intrusioni. «Si tratta di una gamma di soluzioni – esordisce Mariangela Fagnani, Security and Privacy services leader di Ibm Italia – che si integra perfettamente con la nostra offerta Tivoli e ci ha permesso di colmare alcuni gap della nostra offerta, ad esempio in ambito di mitigazione delle minacce. A breve anche l’offerta di servizi di sicurezza gestiti sarà unificata. Il prossimo passo sarà il nostro ingresso nelle soluzioni di sicurezza fisica, intesa come un compendio di videosicurezza e controllo degli accessi, prevenzione delle intrusioni e sistemi antincendio. Il nostro approccio, infatti, prevede una stretta interazione tra la prevenzione, intesa come sicurezza logica, fisica e delle persone, e la reazione, intesa nell’accezione della continuità operativa». Entro giugno saranno completate tutte le formalità dell’operazione (del controvalore di 1,3 miliardi di dollari) e Iss diventerà una business unit all’interno di Global Technology Services di Ibm. Non sono ancora note, invece, le tempistiche della roadmap delle prime soluzioni in comune, anche se le due tecnologie di gestione delle minacce (Tivoli) e di identity and access management (Iss) saranno integrate a breve, assicurano i vertici delle società coinvolte. In tutto questo, si dice certo Volpi, sarà preservata anche la partnership tecnologica che lega Iss ad Hp. Quest’ultima propone soluzioni “certificate” per poter essere monitorate dalle tecnologie Iss.

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