Internet Explorer: sconfitta parziale per Microsoft

Windows 95 e Internet Explorer non sono due oggetti inseparabili. Almeno secondo il giudice americano che ha imposto a Microsoft di bloccare il bundle forzato dei due prodotti per tutti i costruttori di pc.

Microsoft ha subito la prima sconfitta significativa in un’aula di
tribunale. Ieri, a soli sei giorni dall’inizio del dibattimento in aula, il
giudice federale americano Thomas Penfield Jackson ha emesso una storica
sentenza che obbliga la casa di Bill Gates a interrompere la propria
politica di "pressione" sui produttori di computer per indurli a includere
il browser Internet Explorer nelle proprie macchine come browser
predefinito. L’ordine del giudice, in effetti, è temporaneo ed è valido
fino a che non sarà possibile prendere in considerazione tutti gli aspetti
del caso. Il giudice ha inoltre rifiutato la richiesta dell’accusa di
infliggere a Microsoft una multa di 1 milione di dollari al giorno.
Nel leggere la sentenza, il giudice ha affermato che "Microsoft resta
libera di agire sul mercato e può continuare a promuovere Internet Explore
r
senza limitazioni, a patto che ai suoi partner sia lasciata la libertà di
scegliere se accettare o no il prodotto"
. Nonostante la sentenza,
dunque, sarà necessario attendere ancora qualche mese per conoscere l’esit
o
finale della causa. Il giudice ha infatti affidato a un esperto, il
professor Lawrence Lessing, di prendere in considerazione tutti gli aspetti
del contenzioso. Il professore dovrà preparare il suo responso entro il 31
maggio dell’anno prossimo. Questa prima decisione arriva in seguito alla
denuncia sporta nei confronti di Microsoft dal dipartimento di giustizia
americano il 20 ottobre scorso, con la motivazione del presunto
atteggiamento "scorretto" dell’azienda nei confronti dei propri partner. In
una conferenza stampa seguita all’annuncio ufficiale della sentenza,
l’assistente del giudice Joel Klein ha definito la decisione come "Una
vittoria per i consumatori"
.
Un portavoce di Netscape, che è il principale concorrente di Microsoft nel
mercato dei browser, ha affermato poco più tardi: "Noi siamo molto
felici di questa decisione, visto che conferma la nostra opinione che i
clienti debbano essere lasciati liberi di scegliere il software che
preferiscono"
. Microsoft, invece, si è mantenuta sul vago. Il portavoc
e
dell’azienda Mark Murray ha affermato che quella del giudice Thomas
Penfield Jackson è una "decisione mista" e si è detto soddisfatto per il
fatto che la corte abbia "concordato con Microsoft su alcuni aspetti
fondamentali"
.
In attesa della decisione definitiva della corte, resta ora da capire in
che modo la sentenza influirà sul lancio di Windows 98, che è previsto p
er
la metà del 1998.
Il giudice ha infatti imposto a Microsoft di non richiedere ai propri
partner di installare Internet Explorer né con Windows 95, né con le
versioni successive, il che suggerisce che Microsoft potrebbe trovarsi a
dover progettare una versione di Windows 98 sprovvista delle funzioni di
navigazione che erano state annunciate.
In seguito alla sentenza, le quotazioni di borsa di Microsoft hanno subito
un sensibile calo. Ieri, al Nasdaq, le azioni della società valevano 139,0
6
dollari, 3,19 dollari in meno del giorno precedente.

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