Internet è satura. Anzi no

Gli indirizzi su Ipv4 stanno aumentando, ma non si passa al nuovo protocollo Ipv6. E per TeleGeography la Rete va bene così com’è

In collaborazione con più di 90 fornitori mondiali di servizi di rete e di contenuti, Arbor Networks ha realizzato una ricerca sulla diffusione del protocollo Ipv6, ossia del succedaneo di Ipv4 che è comunemente accreditato come il futuro mezzo per gestire l'indirizzamento delle reti packet-switched. Si ritiene che la transizione a Ipv6 sia importante in quanto si pensa che nel giro di alcuni anni non saranno più disponibili indirizzi sull'Ipv4.

La ricerca ha raccolto informazioni in forma anonima da oltre 2.000 router e quasi 300.000 utenti esaminando la crescita del traffico Ipv6 nell'arco dell'ultimo anno. Arbor ha potuto quindi rilevare che rispetto allo scorso anno la quota di traffico aggregato Ipv6 tra i domini è aumentata, anche se il traffico che si appoggia al nuovo protocollo è ancora una percentuale minima rispetto alla quota complessiva di traffico sulla rete.

Una stima, ottimistica, di fine luglio dice che il traffico di dati sul protocollo Ipv6 è stato lo 0,0026% di quello tramesso con Ipv4. E la ripartizione del carico tra i due protocolli proporzionalmente è invariata rispetto allo scorso anno.

Il che porta la società a considerare che i piani per lo sviluppo del protocollo possano dirsi falliti. Resta, però, il progressivo esaurimento degli indirizzi sull'Ipv4, ossia una condizione tangibile, che quando si verificherà costringerà gli utenti ad adottare l'Ipv6. In base ad analisi di Arbor, si è lontani ancora dieci anni da un'adozione diffusa di un doppio stack in grado di supportare contemporaneamente Ipv4 e Ipv6. Fanno da contraltare alla ricerca di Arbor i dati recentemente rilasciati da TeleGeography sul traffico Internet mondiale e aggiornati alla fine dello scorso mese di giugno.

Secondo la società di analisi, tra metà 2007 e metà 2008 il traffico Internet è cresciuto del 53%. Si tratta di un dato importante, ma che mostra un certo rallentamento rispetto ai dodici mesi immediatamente precedenti, quando si parlò di tassi incrementali nell'ordine del 61%.

Particolarmente significativo, osserva lo studio, è stato l'incremento di traffico tra Stati Uniti e America Latina, attestato nell'ordine del 112%.

Viceversa, se si analizzano i backbone delle città più grandi nei mercati più maturi, appare evidente come i tassi siano decisamente più contenuti e attestati intorno al 47%. Interessante, sottolinea TeleGeography, è il fatto che nel periodo in esame, e per il secondo anno consecutivo, la capacità totale della rete sia cresciuta a un ritmo superiore rispetto alla crescita del traffico.

Questo significa che molti backbone risultano in media meno trafficati e che la banda utilizzata è, sempre su valori medi, pressapoco un terzo di quella disponibile. Resta forte la domanda di video e di contenuti in streaming, ma per il momento non ci sono criticità in agguato, se non in poche aree circoscritte, dove i collegamenti sono assicurati solo da alcuni cavi sottomarini.

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