Internet degli Usa o dell’Onu?

Si apre domani a Tunisi il meeting della società dell’informazione che dovrebbe decidere la riforma della governance della Rete

Internet deve rimanere sotto il controllo americano o è ormai patrimonio di
tutti e quindi sarebbe meglio se rientrasse sotto l’ombrello dell’Onu? Questa è
la principale domanda alla quale dovrebbe dare risposta il vertice mondiale
della società dell’informazione che si aprirà domani a Tunisi e si chiuderà il
18 novembre.



Nata con i soldi dei contribuenti
americani

la Rete è ormai diventata un dei terreni di scontro fra gli Usa e il resto del mondo. Con, da una parte, Paesi come Cina, Iran e Siria che tra l’altro con Internet non hanno mai avuto un buon rapporto, e dall’altra la vecchia Europa in questo caso nella veste di mediatore delle fazioni in campo. In tutto questo la posizione italiana è allineata con quella della Ue e prevede che “i governi non devono entrare nel controllo
di Internet che deve essere lasciato ai privati”
. Una posizione che sembra andare contro gli Usa, ma che in realtà dovrebbe porsi a metà strada fra gli Stati Uniti e chi punta sull’Onu.


La governance di Internet
(argomento affrontato nei “Quaderni dell’Internet italiano” realizzato dalla
sezione italiana dell’Internet society, www.isoc.it) è questione spinosa che
fino a oggi si è risolta controllo del governo americano sull’Icann la società
che controlla per esempio la nascita dei nuovi domini. Nonostante sia
presieduta da australiano
e abbia 15 consiglieri su 21 stranieri,
l’Icann è diventato però terreno di scontro di quella che è stata definita anche
cyber-geopolitica. L’importanza di Internet è oggi fuori discussione e quindi
anche la politica vuole giocare un ruolo nel controllo della Rete. In più gli
Stati Uniti, causa l’Iraq stanno vivendo un momento di difficoltà, mentre la
Cina sta diventando un gigante economico che rivendica un ruolo diverso nel
mondo.


D’altronde le richieste dello schieramento che vuole un
Internet sotto il controllo dell’Onu non sono così campate in aria. La rete è
l’unico media che ha un centro che si irradia poi in tutto il mondo sotto il
controllo di un ogoverno. L’Icann, oltre a dare il via ai nuovi domini, ha sotto
il suo controllo la tecnologia che consente i collegamenti ai vari siti. 13 root
server, server di indirizzamento, che contengono i codici che permettono il
collegamento fra l’indirizzo dei siti e il numero identificativo dei relativi
server. Un potere che andava bene quando Internet era roba da universitari, ma
che forse oggi ha bisogno di una riforma.

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