Una piattaforma digitale che consente la gestione e la condivisione dei dati clinici ed esperienziali del paziente affetto da malattia cronica intestinale (IBD) finalizzata al miglioramento delle cure e della qualità della vita sarà attiva in Italia in autunno, ma è già un format replicabile per altre patologie e base per altri progetti estesi.
È stata realizzata dalla genovese Softjam in partnership con Microsoft, con il contributo dell’azienda farmaceutica Takeda e associazioni di pazienti come la EFCCA, Federazione Europea delle Associazioni di colite ulcerosa e Crohn.
Patient Voice, questo il nome dell’iniziativa, é una piattaforma per la raccolta e all’archiviazione di informazioni fornite dai pazienti e la loro condivisione e valutazione da parte delle organizzazioni di riferimento e degli operatori sanitari al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti, in totale sicurezza.
L’intelligenza artificiale gioca un ruolo chiave: dalla raccolta e dall’analisi dei dati che il paziente condivide tramite App, la piattaforma basata su Microsoft Azure è in grado di verificare l’andamento della salute del paziente e offrire di conseguenza consigli “intelligenti” e personalizzati per migliorare la qualità della vita.
Patient Voice è il primo strumento che permette di raccogliere, classificare e gestire i dati tra pazienti, organizzazioni di pazienti e operatori sanitari; un progetto internazionale che parte dall’Italia nato dall’incontro tra le aziende già alla ricerca di risposte terapeutiche a problemi cronici, le associazioni di riferimento e le aziende di tecnologia.
Patient Voice è stato presentato presso Digital Tree per favorire l’incontro tra i soggetti coinvolti. Hanno partecipato i rappresentanti delle case farmaceutiche, Takeda in primis, le imprese tecnologiche, Softjam e Microsoft, le associazioni di pazienti provenienti da Canada, Italia, Spagna e Svezia, nonché la Federazione di riferimento e rappresentanti della Commissione Europea che stanno investendo per cambiare il futuro della sanità.
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