Intel verso la visual telephony

I nuovi superchip per i palmari si propongono di ridefinire il mercato. Oggi? No, nel 2004.

20 febbraio 2003 Nel febbraio del 2003 è arrivato Manitoba, il wireless-on-a-chip secondo Intel. A essere pignoli, c’è il front end a radiofrequenza che è esterno al processore, e riguarda tutte le componenti: Bluetooth, Gsm/Gprs e, eventualmente, Wlan (wireless Lan). Pxa800F è il primo chip della strategia e ha visto la luce nello stesso periodo in cui Intel ha dichiarato morto lo StrongArm, papà di tutti gli Xscale.
Anche durante il 3Gsm Forum di Cannes lo sforzo di comunicazione di Intel è piuttosto intenso, dedicato ad un mercato che non è ancora suo. Certo l’800F è un “superdotato”, molto più potente di qualsiasi chip in circolazione: a parità di frequenza di clock è più potente anche del Pentium 4. Per ora va a poco più di 300 MHz per la parte applicativa e a poco più di 100 MHz per l’area Digital signal processor (Dsp), e Intel afferma che ha potenza doppia rispetto ai concorrenti.
Ma chi sono questi concorrenti? “Samsung e Texas Instruments – ha precisato Hans Geyer, General Manager Pca Components Group -. Oggi abbiamo due anni di vantaggio su di loro, ma la concorrenza ci raggiungerà, è sicuro”. Per questo la mamma di tutti i Pentium è molto attiva con operatori telefonici, per pavimentare la strada del suo futuro successo. “Il target di Intel – ha aggiunto Filippo Mursia, Sales Manager per Italia e Spagna della divisione Communication -. è sempre nell’ottica dei milioni di pezzi”.

Oggi Intel non vende molto nell’area smart phone, nonostante il completamento del progetto Stinger con il lancio del chip Pxa 262. Sulle policy di Redmond “Bisogna chiedere a Microsoft se vuole stare nel mercato dei telefonini – ha detto polemicamente Ron Smith, General Manager del Wireless Communications and Computing Group -. Ma noi siamo sicuri e vogliamo esserci”.
Questi nuovi modelli, però, arriveranno più avanti, tra i prossimi 12 o 18 mesi al massimo. Il problema è nel prezzo: 35 dollari l’uno per acquisti da mille pezzi. Le prestazioni sono alte, certo: ma a che servono? “Tutti pensano che la chiave siano le comunicazioni, e lì misurano la potenza disponibile; ma potrebbe non essere così – ha concluso Geyer -. Oggi in Giappone nessuno compra apparecchi con schermi in bianco e nero, e in Corea è stata lanciato un telefonino con videocamera da 2 megapixel. Lì sì che serve la potenza”. Senza trascurare i giochi, altro Eldorado dei dispositivi palmari.

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