Intel: la velocità delle Cpu non è tutto

Il presidente di Intel, Paul Otellini, ha illustrato agli sviluppatori i prodotti e le strategie di medio periodo. Si punta sul supporto delle reti convergenti.

10 settembre 2002

Il presidente di Intel, Paul Otellini, ha aperto il tradizionale Development Forum di San Jose con una rivelazione: la velocità in un processore non è tutto.


La casa di Santa Clara, per bocca del proprio Coo, asserisce questa verità, condivisa da altri, con la forza di chi ha raggiunto ormai velocità “astrali”. Otellini in persona, infatti, ha mostrato le funzionalità del Pentium 4 a 3 GHz e ha illustrato quelle del futuro P4 a 4,1 GHz, che le alchimie di alcuni tecnici di Intel hanno spinto addirittura fino a 4,7 GHz.


Ma se la velocità non conta da sola, con quali altri occhi bisogna guardare un processore? Secondo Otellini con quelli delle reti convergenti che questi supporterebbero.


L’idea finale sostenuta dal capo di Intel è di quelle epiche ed espressa anche da altri (uno a caso, Bill Gates): dare un computer a chiunque in ogni parte del mondo e farlo comunicare con gli altri.


Per arrivare a realizzare questi progetti, sempre secondo Otellini, servono: potenza dei processori (sempre e comunque), supporto degli stessi alle comunicazioni mobili, un alacre lavoro della comunità degli sviluppatori nel creare applicazioni capaci di adattarsi a qualsiasi device e sicurezza delle operazioni.


Ecco, dunque, spiegata la linea di sviluppo di prodotti e soluzioni che caratterizzeranno l’attività di Intel nel prossimo futuro.


Cominciando dalla potenza dei processori, a cominciare dai chip P4 a 3 GHz (per la precisione, 3,06 GHz, pronti per il quarto trimestre) Intel introdurrà nei desktop la tecnologia Hyperthreading, che consta nel permettere al software scritto in thread multipli di farli girare simultaneamente su un unico processore. In sostanza, è una sorta di emulazione a due vie, ma su un solo chip, che produrrebbe, a detta della società un aumento di performance del 25%.


Il supporto delle applicazioni di comunicazione mobile è legato al nome di Banias, un’architettura mobile da destinare a notebook e Pda, comprendente (cioè integrante) tecnologie wireless, come la 802.11a e 11b, e il supporto ai “media”, sostanzialmente allo streaming video.


Qui Otellini ha dato del tu agli sviluppatori, invitandoli caldamente a concepire applicazioni buone per girare su tutte le piattaforme, desktop o mobile che siano, ma in grado di riconoscere automaticamente la macchina che le carica, e facendo loro una promessa: il prossimo anno Intel integrerà ai processori gli Sdk per lo sviluppo trasparente e cross-platform.


Rimane la sicurezza, che in Intel prende il nome di LaGrande, il nome in codice del progetto tecnologico che dovrà produrre elementi da integrare nei chip, probabilmente a cominciare dai P4 del prossimo anno.


Si tratterà di funzioni di protezione a livello di operazioni, memoria e storage, che parleranno, anche, direttamente con quelle create da Microsoft sotto il cappello di Palladium.

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