Intel e Red Hat ricuciono uno strappo sull’open source

Attorno a un piccolo interpreter, che analizza le capacità di power management dell’hardware, era nato un caso di compatibilità fra le licenze open source utilizzate nell’ambito di un progetto aperto di Intel. Il caso ora è risolto, ma può servire da esempio.

17 febbraio 2003 Red Hat e Intel hanno raggiunto un accordo su un piccolo intoppo che rischiava di compromettere la possibilità, per lo specialista di soluzioni open source aziendali, di partecipare a un progetto della stessa Intel. La questione è risolta, ma per molti è stato un esempio dei possibili attriti che intercorrono tra le realtà software commerciale e “comunitaria”.

Il caso era scoppiato nelle settimane scorse quando Intel ha provveduto a modificare i termini di licenza relativi al suo progetto Open Source, che coinvolge uno dei componenti del software di gestione dei consumi utilizzato da Linux e altri sistemi operativi. Il componente in questione – un interpreter che analizza le capacità di power management dell’hardware – fa parte di un progetto aperto promosso da Intel, cui Red Hat intendeva contribuire. Senonché erano sorte delle questioni legali che impedivano la partecipazione diretta di questa azienda. In origine l’interpreter Intel era regolato da due tipologie di licenza, la General Public License (Gpl) tipica dell’Open Source, e la “component architecture (Ca). Nell’istante in cui Red Hat ha cercato di sottoporre all’attenzione del progetto alcune migliorie nel quadro della licenza Gpl, proprio quel tipo di licenza impediva a Intel di incorporare le stesse modifiche nella versione distribuita attraverso la licenza Ca. Per questo motivo Intel ha deciso di estendere i termini della licenza, aggiungendo una variante della licenza Bsd, più tollerante. Le modifiche aggirano le restrizioni imposte dalla licenza Gpl, che prevede l’estensione dei termini Gpl a ogni cambiamento apportato a un progetto software. In altre parole, ora Intel ha la facoltà di ridistribuire l’interpreter sia in forma aperta, sia commerciale.

Il componente al centro della piccola disputa fa parte di una tecnologia chiamata Advanced Configuration and Power Interface (Acpi), che sostituirà la precedente Apm, Advanced Power Management. Acpi è stato sviluppato da Compaq, Intel, Microsoft, Phoenix Technologies e Toshiba. Red Hat collabora al progetto Acpi per portare questa stessa tecnologia anche sotto Linux (il supporto Acpi è stato per esempio incluso nella versione beta di Red Hat Linux, Phoebe”, rilasciata a dicembre). La nuova licenza stabilita da Intel non rappresenta il primo caso di accomodamento tra diverse “fazioni” dello sviluppo software. Ximian, per esempio, ha reso più elastica quella relativa al progetto Mono, versione Open Source di Microsoft .Net, in modo da accogliere i contributi di Intel.

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