Infostrada e Albacom guidano l’attacco al monopolio Telecom

Avendo ottenuto le licenze per fornire servizi di telefonia su scalanazionale, i due carrier alternativi svelano i piani per la conquista di un mercato molto promettente.

Infostrada ha concretizzato il ventilato accordo con le Ferrovie dello
Stato (Fs) per lo sfruttamento della rete di telecomunicazione di
quest’ultima. Grazie all’accordo, il nuovo carrier, che fa capo alla joint
venture OliMan (posseduta al 75% da Olivetti e al 25% dalla tedesca
Mannesmann), realizzerà nei prossimi anni un’infrastruttura in fibra ottic
a
per fornire servizi telefonici sul territorio nazionale. In parte questa è
già presente, poiché le Fs detenevano un permesso speciale in passato in
deroga al monopolio di Telecom Italia. Si tratta di circa 2.000 chilometri
di fibra. Altri ne aggiungerà Infostrada che ha acquisito i diritti di
passaggio sugli oltre 16mila chilometri della rete ferroviaria Fs. Entro la
fine dell’anno, l’operatore del gruppo Olivetti dovrebbe aprire i primi
1.500 chilometri, con un investimento iniziale di 750 miliardi di lire. A
questo seguirà un’ulteriore spesa di mille miliardi, distribuita nei
prossimi due anni.
L’intesa era stata annunciata da tempo, ma l’accordo non era stato definito
nei dettagli. Molte le variabili che hanno determinato il ritardo, alcune
delle quali, peraltro, ancora incognite. La liberalizzazione della
telefonia in Italia, infatti, è solo agli inizi e, al momento, rimane pi
ù
sulla carta che nei fatti. Le principali incertezze riguardano le regole
che l’autorità sulle Tlc deve dettare e che determineranno i confini del
mercato. Senza un quadro preciso è difficile per i carrier alternativi
stabilire i margini dei propri investimenti, con una conseguente situazione
di stallo generale.
Per ufficializzare l’accordo, inoltre, Infostrada ha dovuto attendere di
ricevere la licenza dal Governo. Questa è stata ottenuta anche da Albacom,
la joint venture tra Bt, Bnl, Eni e Mediaset. Albacom si dice pronta a
fornire servizi di fonia a utenti business e residenziali in almeno 40
città, già dal prossimo giugno. L’azienda, del resto, ha già investito
molto per integrare le reti che erano di Multiservizi (una società di Bnl
dedicata alla trasmissione dati) e di Mediaset; mentre più recente è
l’ingresso nel gruppo dell’Eni,, che pure dispone di importanti
infrastrutture di telecomunicazione.
Più indietro appare Wind, joint venture tra France Telecom, Deutsche
Telekom ed Enel, che ancora deve chiarire i rapporti con Global One, joint
venture tra le stesse telecom francese e tedesca e l’americana Sprint.
Wind, del resto, è al momento più concentrata sulla gara per la concessi
one
di una terza licenza per la telefonia cellulare.
Resta poi da vedere come fiorirà il mercato degli operatori locali, che gi
à
sembra in fermento.

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