Informatica distribuita, si lavora a uno standard

Un gruppo di aziende ha deciso di collaborare alla stesura di uno standard che possa consentire un ottimale sfruttamento delle tecnologie di distributed computing, un metodo sempre più usato per cercare di utilizzare una capacità di calco …

Un gruppo di aziende ha deciso di collaborare alla stesura di uno
standard che possa consentire un ottimale sfruttamento delle
tecnologie di distributed computing, un metodo sempre più usato per
cercare di utilizzare una capacità di calcolo che altrimenti andrebbe
perduta. Hewlett-Packard, Compaq Computer e Sgi hanno stretto
un’alleanza con lo sviluppatore di software per il calcolo
distribuito Platform Computing e un gruppo di altre società per
codificare il modo in cui più computer possono essere messi in
condizione di lavorare a un comune obiettivo. Il calcolo distribuito
utilizza la capacità delle singole Cpu di un certo numero di
macchine, facendo leva sui momenti in cui questi processori non hanno
nient’altro da fare, quindi non solo nelle fasi di totale inattività
(quella che tipicamente darebbe luogo all’attivazione di un
salvaschermo) ma anche nell’intervallo tra un tasto abbassato e un
movimento del mouse. Il distributed computing è per esempio alla base
di un progetto come Seti@Home, usato da migliaia di volontari di
tutto il mondo per analizzare, nel "tempo perso", i segnali rilevati
dai radiotelescopi alla ricerca di forme di comunicazione
intelligente. Ma ci sono applicazioni ben più profittevoli, come
molti lavori ad alta intensità di calcolo nel settore finanziario,
automobilistico e farmaceutico. Anche Intel e Sun, per esempio, si
servono del calcolo distribuito per progettare i loro chip.
Il vero problema è che per far lavora tra loro computer diversi,
bisogna spesso sviluppare software diversi. E se la cosa non è
difficile quando si tratta di una piattaforma sola, come Windows 98,
si complicano molto se l’hardware non è direttamente compatibile. Il
consorzio appena stabilito, la New Productivity Initiative, mira a
rendere questa sofisticata forma di elaborazione una caratteristica
propria di tutti i sistemi operativi.

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